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Olga Scotto di Vettimo
Leggi i suoi articoliLa Pinacoteca Nazionale di Cagliari conserva un patrimonio di oltre 1.200 opere, datate dal XIV secolo a oggi, tra cui maestosi retabli e polittici quattro-cinquecenteschi di ascendenza iberica, significative testimonianze della pittura locale che risentono della pittura ispano-fiamminga; dipinti di scuola italiana (genovese, romana, napoletana) ed europea (Fiandre, Spagna) dal XVI al XVII secolo, che rimarcano il dialogo e le contaminazioni tra la Sardegna, i centri del Mediterraneo e l’Europa; dipinti ottocenteschi e opere contemporanee. Alla collezione pittorica, articolata su tre piani espositivi recentemente rinnovati, si aggiungono anche raccolte di manufatti per uso liturgico, ceramiche, frammenti monumentali, armi, tessuti, arredi e oggetti a intreccio.
Tra le attività finalizzate alla valorizzazione di questo patrimonio, i Musei Nazionali di Cagliari hanno promosso e coordinato nell’ultimo anno una significativa campagna di restauri, svolti, prevalentemente, attraverso le elargizioni liberali dell’Art Bonus e la generosità di alcuni mecenati. Lo scorso ottobre sono terminati gli interventi su quattro preziose icone russe del XIX secolo, che presentavano distacchi degli strati pittorici e fessurazioni del supporto ligneo, oltre a deformazioni, lacune e ossidazione delle parti in argento. Assieme alle due tavole su fondo oro con San Nicola Taumaturgo, Cristo, la Vergine, San Matteo Evangelista e Santa Maria Egiziaca e con San Arsenio di Konev sono state restaurate anche due icone con coperchi in argento riccamente lavorati: la Lamentazione della Theotokos (Maria Maddalena penitente in preghiera davanti al Crocifisso), datata 1826, con coperta in argento di sicura manifattura russa; la Trinità, 1832, con una coperta argentea che ripropone esattamente la composizione pittorica, esaltandone i dettagli.
Nei mesi precedenti erano state restaurate le quattro tavole di una predella di un retablo con l’Annunciazione e committenti (1480-1500 ca), opera di un’anonima bottega castigliana, deturpata da uno spesso strato di vernice ingiallita, dalla presenza di ritocchi alterati e da lacune; quattro Capricci architettonici con maestose cornici originali di fine ’600, con fiori e avviluppamenti di grandi foglie d’acanto; la tela raffigurante la Madonna con Bambino, dipinto secentesco di un artista aragonese, che presentava molte ridipinture, mentre la cornice, coperta da una vernice ingiallita dal tempo, era segnata da estese mancanze e abrasioni della doratura; la tavola con il Calvario, parte di un retablo di patronato della famiglia Ballero. Il dipinto è stato realizzato da Lorenzo Cavaro, capostipite della famiglia di pittori, attivi tra fine ’400 e prima metà del ’500, con bottega nello storico quartiere cagliaritano, da cui prende il nome la Scuola di Stampace, uno dei centri più importanti della produzione pittorica rinascimentale in Sardegna.
Tra le attività di valorizzazione, anche l’esposizione da luglio a settembre 2025, su proposta della Soprintendenza ABAP che ne ha diretto scientificamente il restauro, dell’Annunciazione del Maestro dell’Annunciazione di Iglesias, databile ai primi anni del XVI secolo, probabile predella di un retablo conservato presso l’Episcopio di Iglesias, ma di cui non si conosce la collocazione originaria. L’opera, assieme alla Circoncisione, acquistata nel 2023 dai Musei Nazionali di Cagliari e della DG Musei, è stata restaurata con fondi Intesa Sanpaolo. Entrambe sono attualmente in mostra a Palazzo delle Esposizioni a Roma per la XX edizione della mostra «Restituzioni» (fino al 18 gennaio), programma di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio artistico nazionale che Intesa Sanpaolo conduce da oltre 36 anni in collaborazione con gli organi territoriali del Ministero della Cultura.
Maestro dell’Annunciazione di Iglesias, Annunciazione, inizi del XVI secolo, post restauro
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