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Una delle 7 scene che compongono il presepe: il mercato con la fontana

Courtesy Wannenes

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Una delle 7 scene che compongono il presepe: il mercato con la fontana

Courtesy Wannenes

Il presepe napoletano all’asta: 99 lotti del Settecento e Ottocento dalla Collezione di Carlo Fazzina

Wannenes presenta a Genova un viaggio unico nella tradizione artistica partenopea con una selezione d’eccezione di pastori e scene presepiali

Monica Trigona

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Sarà battuta all’asta martedì 30 settembre, presso la storica sede di Villa Carrega Cataldi a Genova, una straordinaria collezione di presepi napoletani sette-ottocenteschi: 99 lotti frutto della passione collezionistica di Carlo Fazzina, raccolti nell’arco di oltre trent’anni e ora proposti al pubblico dalla casa d’aste Wannenes. La vendita risuona come un viaggio emozionante nel cuore della tradizione artistica e popolare partenopea, in cui il collezionismo si fa atto d’amore verso la propria città d’origine.

«Negli anni, scena dopo scena la collezione è diventata importante, affollata, le scene si sono moltiplicate, ingrandite, diventando ancora più approfondite le tematiche» ha precisato la professoressa Roberta Catello, curatrice del catalogo dell’asta di Wannenes. Fazzina, vissuto a lungo a Roma, ha saputo conservare un legame profondo e mai interrotto con Napoli. Quel legame ha preso forma nella sua abitazione, trasformata in un piccolo teatro domestico dove scene presepiali, libri, gouaches e figure popolari ricreavano la vitalità e la bellezza della sua città natale. Alla base di questo percorso vi è stato l’incontro con Renato Catello, antiquario e discendente di una delle più importanti famiglie napoletane di collezionisti di pastori, la cui raccolta è oggi in parte conservata nelle collezioni pubbliche del Museo di Capodimonte. Con la guida di Catello, la raccolta di Fazzina si è arricchita anno dopo anno, trasformandosi da insieme selezionato di oggetti d’arte a racconto complesso e articolato di una Napoli senza tempo.

L’arte del presepe napoletano, fiorita in particolare nel Settecento, ha saputo superare la sua funzione esclusivamente devozionale per diventare rappresentazione corale della società. Intorno alla Natività si muove un intero mondo: venditori, musici, osti, popolani, animali, dettagli del quotidiano. Ogni figura è un frammento realistico, quasi teatrale, eseguito da artisti di altissimo livello come Lorenzo Mosca, Angelo Viva, Nicola Ingaldi, Matteo Bottigliero, Camillo Celebrano, Giuseppe Sanmartino e Giuseppe Gori. Le espressioni sono studiate con raffinatezza fisiognomica, gli abiti confezionati con sete, lini, ricami e passamanerie. I materiali – legno, terracotta, cera, stoffa – si fondono in un equilibrio sapiente tra pittura, scultura e scenografia barocca.

 

 

Una delle 7 scene che compongono il presepe: la castagnara. Courtesy Wannenes

La collezione si compone di sette grandi scene, ciascuna con una propria autonomia narrativa. Si comincia con «La Castagnara», una figura femminile di intenso realismo, intenta a vendere caldarroste, completa di cesti e attrezzi del mestiere. Segue «Il Mercato con la fontana», vivace composizione animata da venditori e clienti colti nell’immediatezza del gesto quotidiano, e «Il Mercato arabo», ambientazione esotica e raffinata che riflette il gusto settecentesco per l’orientalismo. Vi è poi «Il Diversorium», scena di locanda dove viandanti e osti si incontrano nel brulichio di un’umanità varia e teatrale, e «Il Gruppo dei Mandriani», con figure virili e plastiche, immerse in un paesaggio agreste. Chiudono la raccolta due scene presentate come unicum: «I Tre Suonatori» e «La Natività», stimata fra 10mila e 12mila euro e con oltre venticinque elementi, tra cui la Madonna, San Giuseppe, l’Angelo, il Bambino Gesù, cherubini, animali simbolici e figure pastorali.

I «Tre Suonatori», che aprono il catalogo (lotto 401), raffigurano tre musici provenienti da Viggiano, un violinista, un mandolinista e un suonatore di triccaballacche, collocati in origine nella scena della Taverna. I personaggi poggiano su un raro tavolino-carillon intagliato, accompagnati da strumenti musicali in miniatura e un piccolo cane, in una composizione vivace e perfettamente equilibrata, proveniente dalla collezione Catello. La stima è compresa tra 8mila e 12mila euro. Altro pezzo di grande interesse è la già citata «Castagnara» (lotto 403), valutata 2.600 – 2.800 euro, cifra simile a quella della deliziosa figura di una mucca nell’atto di brucare (lotto 490), eseguita con sensibilità naturalistica sorprendente. Oltre a questi pezzi, da ammirare un incantevole gruppo celeste di angeli, putti e cherubini con vesti in tela, seta e ormesino, stimato fra 5mila e 8mila euro.

Dettaglio con puttini. Courtesy Wannenes

L’asta si inserisce in un momento di rinnovato interesse per le arti decorative e le espressioni materiali della devozione popolare. In questo contesto, Wannenes – casa d’aste fondata nel 2001 e oggi presente a Milano, Roma, Genova, Torino e Monte Carlo – si conferma protagonista nel promuovere un collezionismo capace di riconoscere nella bellezza del passato un valore sempre attuale. 

Monica Trigona, 15 settembre 2025 | © Riproduzione riservata

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