«Irène» (1980) di Franz Gertsch, Collezione Olbricht

© Franz Gertsch Ag / Dominique Uldry (2020)

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«Irène» (1980) di Franz Gertsch, Collezione Olbricht

© Franz Gertsch Ag / Dominique Uldry (2020)

In Danimarca l’iperrealismo estremo e gigantesco di Gertsch

La prima grande mostra postuma dell’artista svizzero, l’ultima a cui abbia personalmente contribuito

«Un incontro selvaggio e sorprendente con l’iperrealista Franz Gertsch». È quanto promette il Louisiana Museum of Modern Art, che dal 21 giugno al 10 novembre dedica all’artista svizzero una retrospettiva realizzata con il sostegno del Museo Franz Gertsch di Burgdorf (Svizzera) e in collaborazione con Deichtorhallen di Amburgo (Germania), dove la mostra sarà ospitata dal 30 novembre al 4 maggio 2025. Nato nel 1930 nel Cantone di Berna scomparso a dicembre del 2022, Franz Gertsch ha fatto in tempo a collaborare strettamente con il Louisiana Museum per la realizzazione di questa mostra, l’ultima a cui abbia contribuito personalmente per la preparazione, ma anche la prima grande presentazione postuma del suo lavoro. E ancora la prima presentazione in assoluto del suo lavoro nei Paesi scandinavi. 

Musicista mancato, Gerstch si forma alla scuola di pittura di Max von Mühlenen a Berna. I suoi esordi coincidono con una pittura romantica e successivamente con dipinti e collage di segno Pop. Approda al Realismo alla fine degli anni Sessanta: stampe fotografiche e proiezioni sono stati i suoi supporti per mettere a punto la tecnica fotorealistica che l’ha portato a essere noto e riconosciuto a livello internazionale, anche grazie alla partecipazione a Documenta 5 di Kassel curata da Harald Szeeman nel 1972. Le sue cifre stilistiche stanno nella manualità estremamente raffinata, nei formati giganteschi e soprattutto nel confronto serrato tra la realtà e la sua riproduzione, attraverso un realismo così estremo da dover essere osservato molto da vicino per poter essere riconosciuto come pittura e distinto dalla fotografia. 

Situato a pochi chilometri a nord di Copenaghen, il Lousiana Museum of Art è stato fondato nel 1958 da Knud W. Jensen e possiede una collezione permanente di circa 3.500 opere d’arte del ’900. Deve il suo nome al nucleo centrale del complesso architettonico, una villa realizzata nel 1855 da Alexander Brun battezzata Louisiana in omaggio alle sue tre mogli, tutte di nome Louise. «Utilizzando sia il primo piano estremo sia un modo speciale di prendere le distanze e mescolando astrazione e figurazione, Franz Gertsch ha creato una visione personale e unica della realtà, mentre apparentemente e in ogni momento cela qualche segreto ben custodito. A partire dagli anni ’80 inizia a trasformare le sue fonti fotografiche in xilografie che già per la loro dimensione monumentale sono investite della presenza più straordinaria», afferma il museo. La mostra presenta una selezione di opere a partire dal grande formato dei primi anni ’70 che lo portò al successo. I temi ricorrenti toccano i ritratti di volti femminili degli anni Ottanta e le sezioni monumentali della natura e dei paesaggi degli ultimi due decenni. I dipinti sono accompagnati da una selezione di xilografie di altrettanto imponenti dimensioni.

«Huaa…!» (1969) di Franz Gertsch. Franz Gertsch Ag © Franz Gertsch Ag / Dominique Uldry (2020)

Camilla Bertoni, 20 giugno 2024 | © Riproduzione riservata

In Danimarca l’iperrealismo estremo e gigantesco di Gertsch | Camilla Bertoni

In Danimarca l’iperrealismo estremo e gigantesco di Gertsch | Camilla Bertoni