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Riccardo Deni
Leggi i suoi articoliEra il 1980 quando Giorgio Armani incontrò per la prima volta Andy Warhol. Lo stilista italiano si trovava a New York, invitato a un evento organizzato da GFT, il gruppo torinese che produceva le sue collezioni. Tra gli ospiti c’era anche Warhol, che lo avvicinò in un corridoio e, quasi d'istinto, gli scattò una foto destinata a diventare la base per un ritratto. Una breve interazione da cui nacque un'opera, e con essa l'idea di Armani come idolo. Il lavoro fu acquistato da GFT e poi donato ad Armani, che decise di posizionarlo nel suo studio. Più di un quadro, un simbolo. «Credo volesse ritrarmi come un’icona», ha detto a tal proposito lo stilista, riflettendo sul potere che quell’immagine ha avuto nel collocarlo all’interno della cultura pop internazionale.
E che questo autunno, a poche settimane dalla sua morte, lo porrà tra i protagonisti delle vendite di Phillips. La maison ha infatti annunciato che una versione del celebre ritratto, realizzato con polvere di diamante, verrà messo all'asta il 16 ottobre, a Londra, durante la Modern & Contemporary Art Evening Sale. La stima è di 600-800mila sterline. D'altra parte, il lotto ha tutto per eccellere. Valore artistico, storico, narrativo. L'incontro tra i due non si esaurì nel già significativo incontro sopra descritto. Passarono infatti la serata insieme, tra i locali notturni di Manhattan, comunicando poco per via della barriera linguistica, ma condividendo una sensibilità affine.
Nel pensiero di Warhol, Armani riconobbe una serietà sotto l’apparente frivolezza, una disciplina creativa che rispecchiava la sua. Da una parte un artista che vedeva nella ripetizione seriale il modo per riflettere sul consumismo e sulla celebrità; dall'altra uno stilista che progettava abiti destinati a essere indossati, non solo ammirati. Non a caso, una delle citazioni preferite di Armanai è proprio di Warhol: «Fare soldi è arte, lavorare è arte, e fare buoni affari è la migliore delle arti». Una massima che unisce la visione artistico-imprenditoriali che li ha accomunati.
Due esistenze che si sono sfiorate. Intensamente, ma per poco tempo. Così la forza dell'incontro rimane racchiusa nel ritratto proposto da Phillips, che porta impresso il ricordo di un incontro che fu più di un episodio mondano, l’incrocio di due percorsi paralleli: quello di un artista che fece della riproduzione un’arte, e quello di uno stilista che rivoluzionò l’eleganza rendendola moderna, fluida, universale. Due icone che, a modo loro, hanno saputo rendere il quotidiano qualcosa di straordinario.
L'opera, insieme agli altri highlight delle Modern & Contemporary Art di Londra e New York, sono esposte al pubblico, su appuntamento, nello spazio di Phillips a Milano, dal 22 al 26 settembre 2025.
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