È curata da Christi Klinkert, Marrigje Rikken e Marleen Ram e allestita da Marcel Schmalgemeijer, la prima grande mostra che i Paesi Bassi dedicano, dal 28 settembre al 19 gennaio 2025, in occasione dei 450 anni dalla morte, a «Maarten van Heemskerck», l’influente pittore cinquecentesco, tra i più significativi rappresentanti del Rinascimento italiano nei Paesi Bassi. Preceduto da un’approfondita ricerca da parte della curatrice ospite Ilja Veldman, che ha portato a importanti scoperte sia sul piano delle attribuzioni sia su quello dell’identificazione dei ritratti e dei metodi di lavoro dell’artista, il progetto espositivo coinvolge tre sedi (Frans Hals Museum e Teylers Museum di Haarlem e Stedelijk Museum Alkmaar) riunendo circa metà della produzione a noi pervenuta dell’artista, nato a Heemskerk nel 1498 e morto ad Haarlem nel 1574. Tra gli illustri prestatori, appartenenti a 12 Paesi, figurano il Metropolitan Museum of Art di New York, la National Gallery di Londra e il Rijksmuseum di Amsterdam.
Dell’innovativo, espressivo e teatrale artista, molto noto nel XVI secolo, vengono presentati 50 dipinti, 16 disegni e 68 stampe, solo in minima parte tuttora conservati nei Paesi Bassi. Ognuno dei tre musei propone un diverso periodo. Con il focus «Bold Innovator», il Frans Hals Museum indaga le prime opere di Heemskerck, accostandole a dipinti di suoi contemporanei come Jan van Scorel e Jan Gossaert. Ne emerge un giovane artista dal talento innovativo e realistico, a suo agio sia con l’intenso pathos delle opere di carattere religioso, come il capolavoro «San Luca dipinge la Madonna» (1532) appartenente alle collezioni del museo, sia con il mondo del ritratto, grazie a cui Heemskerck si accostò al nascente e ricchissimo ceto borghese locale. Un’attività che gli valse grande successo ma anche la gelosia del maestro Van Scorel, e annovera tra gli esempi più significativi il magnifico «Ritratto di donna che fila» (1528 ca) oggi al Museo Nacional Thyssen-Bornemisza di Madrid, che ritorna per la prima volta nei Paesi Bassi.
È invece dedicato al fondamentale viaggio di formazione dell’artista in Italia nel 1532-36 il focus «Verso Roma» offerto dallo Stedelijk Museum Alkmaar, che evidenzia l’influenza esercitata sul giovane Heemskerck non solo dalle antichità archeologiche, ma anche da maestri come Michelangelo e Raffaello. Ad Alkmaar sono allestiti prevalentemente i delicati, e perciò poco esposti, disegni dell’artista conservati al Kupferstichkabinett di Berlino, oltre all’imponente trittico «Ecce Homo Drenckwaert» (1544) del Museo Nazionale di Varsavia, rara pala d’altare rimasta perfettamente integra perfino nella cornice originale. Anche quest’opera viene esposta per la prima volta nei Paesi Bassi. Con «Pioniere su carta» il Teylers Museum rende infine omaggio ad Heemskerck come innovatore dell’incisione, grazie a più di 60 stampe che ne evidenziano un successo imprenditoriale tanto profondo e duraturo da avere ispirato perfino Rembrandt. Particolare attenzione ha richiesto il rivoluzionario restauro della pala giovanile di Heemskerck «San Luca dipinge la Madonna», che ha consentito di scoprire oltre all’originaria struttura bipartita dell’opera, che fu riunita solo dopo la crisi iconoclasta calvinista del 1566, una riverniciatura del secolo successivo oggetto di una difficile rimozione.