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«Statua di Aura», Noemi Comi

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«Statua di Aura», Noemi Comi

In-genium, tra vestigia classiche e ingegneria moderna: la mostra fotografica a Milano

Tanti gli elementi che Maire, società specializzata nello sviluppo di tecnologie per la transizione energetica, pone in dialogo in un progetto che esplora le radici della tecnologia antica e i suoi sorprendenti legami con la tecnologia odierna

Nel cuore di Milano, tra le geometrie verticali delle Torri Garibaldi, «in-genium» si apre come un varco. Una soglia in cui la memoria dell’ingegneria romana incontra le domande più urgenti del presente. Non una semplice mostra, né un libro fotografico in senso tradizionale. Piuttosto un dispositivo narrativo complesso, sfaccettato. Un esperimento collettivo che unisce archeologia e futuro, filosofia e industria, la precisione del calcolo e la vibrazione poetica dell’immagine. Sforzo condensato in una serie di fotografie, presentate una prima volta, l'anno scorso, a Roma, e oggi allestite fino al 28 novembre in occasione di BookCity Milano 2025 nella sede milanese di MAIRE, società specializzata nella realizzazione di impianti industriali e nello sviluppo di tecnologie per la transizione energetica. Un progetto che nasce a partire dall’omonimo volume fotografico, ma si espande oltre le pagine per diventare esperienza, attraversamento, incontro.

Nato dalla collaborazione tra MAIRE, la Fondazione MAIRE – ETS e il Parco Archeologico del Colosseo, il progetto si alimenta di una residenza d’artista che ha portato allievi e maestri delle Accademie di Milano (Brera), Catania e Roma (ovvero le tre città dove MAIRE ha sede) a vivere e osservare Roma dall’interno, nei suoi spazi meno visibili ma più rivelatori. Cavità, intercapedini, sistemi idrici, meccanismi nascosti. Gli ingranaggi e le bellezze delle vestigia classiche. Le pieghe dove la città antica mostra ancora la sua anima ingegnosa, fatta di invenzioni pratiche e di intuizioni quasi visionarie.

«Moderno Ascensore nel Colosseo», Cosmo Laera

«Domus Aurea», Carmelo Nicosia

Il volume, edito da Silvana Editoriale e cuore della mostra milanese, è scandito da sei parole chiave che orientano sguardo e riflessioni: Progettare, Misurare, Canalizzare, Miscelare, Sollevare, Riutilizzare. Lemmi capaci di trasformare la téchne - l’arte del fare - in una mappa per orientarsi tra passato e futuro. Ogni parola apre un mondo: dalla progettazione visionaria della Domus Aurea ai sistemi idraulici degli Horti Farnesiani, dai montacarichi sotterranei del Colosseo alla “circolarità” ante litteram della Domus Tiberiana.

La fotografia qui non illustra, ma interpreta. Lo fa attraverso gli autori affermati e i giovani talenti coinvolti da Carmelo Nicosia, che nella residenza romana ha scelto l’ascolto come metodo e la condivisione come forma di ricerca. A ogni tema corrisponde un sito, a ogni sito una sfida. Restituire in immagini la temperatura emotiva e tecnica di duemila anni di ingegnosità umana. Talvolta con visioni monumentali, altre volte scavando nell’intimità dei dettagli, sequenze in cui la materia - pietra, acqua, pigmento, metallo - sembra trattenere un respiro antico.

«Domus Aurea», Carmelo Nicosia e Gabriele Argentino

«Fori argani sollevamento Colosseo», Cosmo Laera

Le visioni di Luca Campigotto, con i loro contrasti notturni e la monumentalità sospesa, mettono in dialogo i siti archeologici romani con i paesaggi industriali provenienti dagli archivi di MAIRE. Colonne e ciminiere, arcate e condotte, come se l’ingegneria fosse un lungo respiro che attraversa i secoli. Cosmo Laera rivolge invece lo sguardo ai meccanismi interni. Nel suo «Ascensore nel Colosseo» l’antico sistema di sollevamento si rivela come un proto-dispositivo teatrale, un montacarichi che trasforma il monumento in macchina scenica. Le immagini di Noemi Comi scavano nel dettaglio, trasformando superfici e frammenti in campi percettivi che amplificano la relazione tra luce, memoria e struttura; mentre Gabriele Barbagallo lavora sulla profondità degli spazi, sui tagli prospettici che rivelano il ritmo nascosto dell’architettura. Accanto a loro, gli allievi delle Accademie si muovono con uno sguardo curioso e sperimentale, cercano la traccia invisibile che unisce l’antico al contemporaneo, lo scheletro tecnico che sostiene la magnificenza del monumento.

Ne emerge un racconto visivo che mette in risonanza l’avanguardia dei Romani con le nuove frontiere dell’ingegneria chimica e della sostenibilità, in un tempo in cui immaginare soluzioni responsabili non è più un’opzione, ma una necessità. Per MAIRE, questo ritorno al passato non ha nulla di nostalgico: è un esercizio di lucidità, un modo per interrogare ciò che siamo stati per capire ciò che possiamo diventare.

Il progetto si completa con un podcast narrato da Jacopo Veneziani e con l’annuncio di nuove borse di residenza MAIRE dedicate agli studenti delle Accademie, a conferma della volontà di investire su un dialogo fertile tra formazione, creatività e industria. Un percorso che nel suo complesso invita a leggere l’ingegneria come gesto umano, come sforzo di immaginazione e di cura.

Davide Landoni, 24 novembre 2025 | © Riproduzione riservata

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