Giuseppe Mancini
Leggi i suoi articoliCinque teatri, 344 chilometri, 24 milioni di euro di budget. «La strada culturale degli antichi teatri dell’Epiro», in Grecia, è un progetto di turismo sostenibile, cofinanziato all’80% dall’Unione Europea, che aspetta la fine della pandemia per il lancio definitivo e il rilancio dell’economia locale. Coinvolge il grande e famoso teatro di Dodona da 15mila posti, quelli di Cassope e Gitana, il più piccolo di Ambracia per poche centinaia di spettatori, quello romano di Nikopolis dove probabilmente si esibì Nerone.
Il progetto è stato proposto dall’associazione Diazoma e gestito dall’Agenzia di sviluppo dell’Epiro; ma a partecipare sono anche operatori turistici, alberghi, ristoranti e produttori locali (un cluster imprenditoriale): con l’idea di attrarre visitatori, i lavori di restauro sono terminati e potranno ospitare spettacoli classici e fornire accoglienza di qualità. Tutto coordinato, dall’archeologia alla promozione.
Caso opposto è quello di Didima, in Turchia (Paese in cui non mancano progetti virtuosi di recupero a fini culturali di teatri antichi, come quello di Patara lo scorso anno e di Laodicea in via di conclusione). A ridosso del celebre Santuario di Apollo dell’antica Didyma, un teatro romano da 4mila persone è stato localizzato nel 2011 dagli archeologi tedeschi, ma non è stato ancora scavato. La Municipalità ha invece deciso di costruirne uno di dimensioni analoghe per eventi di richiamo turistico di massa, proprio sull’Egeo.
Altri articoli dell'autore
Dal 1961 nel sito opera la missione italo-turca dell’Università «La Sapienza» di Roma
La storia mondiale del museo (in tre tomi illustrati) è il risultato di decenni di ricerche dello studioso polacco Krzysztof Pomian
Il comitato direttivo del Centro per il Patrimonio mondiale ha adottato una risoluzione che redarguisce la Turchia (con passaggi severi solo nei toni) e indica azioni da compiere per la riapertura di Santa Sofia
La «Rotta di Enea» è stata ufficialmente inserita dal Consiglio d’Europa tra i suoi itinerari culturali