Bruno Zanardi
Leggi i suoi articoliLa tragedia di Casamicciola ha rimesso in vista il problema della prevenzione dai rischi ambientali del patrimonio edilizio, abitativo e monumentale dell’Italia e degli italiani.
Da mezzo secolo Ministero dei beni culturali e Ministero dell’ambiente conoscono in dettaglio l’organizzazione metodologica, cioè la «tecnica» con cui conservare l’insieme del patrimonio artistico e immobiliare dell’Italia e degli italiani. Tecnica denominata «conservazione programmata e preventiva in rapporto all’ambiente» che è stata definita, appunto in dettaglio, nel «Piano pilota per la conservazione programmata e preventiva del patrimonio in Umbria» realizzato nel 1976 dall’Istituto Centrale del Restauro di Giovanni Urbani, con il sostegno dell’Eni, ma mai da nessuno applicato.
Tecnica ancor più precisata nel 1983 con il lavoro, sempre curato dall’Icr di Urbani, su «La protezione del patrimonio monumentale dal rischio sismico» e anch’esso fatto cadere nel nulla. Quindi, per Casamicciola e l’intera Italia, basta riprendere quei due lavori e finalmente applicarli. Non però illudendosi che il risultato sia immediato. Mezzo secolo di ritardo non si recupera infatti in un mese e nemmeno in un anno.
Bruno Zanardi è restauratore, già docente di Teoria e tecnica del restauro presso l’Università Carlo Bo di Urbino
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