«Untitled» (2015) di Khalid Albaih

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«Untitled» (2015) di Khalid Albaih

Khalid Albaih rilegge Altayib Salih

Brescia dedica all’artista sudanese una mostra complessiva del suo lavoro per la prima volta in una sede museale

Arte contemporanea e diritti umani: insieme, costituiscono le fondamenta del progetto promosso da Fondazione Brescia Musei con il Comune e il Festival della Pace, che dal 2019 porta nel Museo di Santa Giulia il lavoro di artisti-attivisti del mondo intero, offrendo loro quello spazio «fisico» (quasi tutti sono noti solo sul web) che non trovano nel loro Paese e nel mercato. Dopo Zehra Dogan (Turchia), Badiucao (Cina), Victoria Lomasko (Russia) e la collettiva di artiste iraniane «Finché non saremo libere», sempre con la cura di Elettra Stamboulis quest’anno va in scena la vicenda artistica e umana dell’artista e curatore sudanese Khalid Albaih, che con la mostra «La stagione della migrazione al Nord» (dall’8 novembre al 23 febbraio 2025, catalogo Skira) ha voluto rendere omaggio all’omonimo romanzo dello scrittore sudanese Altayib Salih (un faro della letteratura postcoloniale), tracciando con le sue parole la rotta del percorso.

Artista ospite Icorn (International Cities of Refuge Network) a Copenaghen, fellow negli Stati Uniti per l’associazione Artists at risk, oggi esule a Oslo, Khalid Albaih, che ha già esposto a New York e Copenaghen, vede però a Brescia, per la prima volta, una completa rilettura del suo lavoro in una sede museale. Ne è protagonista e curatore, grazie anche alle installazioni concepite proprio per questi spazi. Suo strumento principe d’espressione è il disegno: netto, chiaro e comunicativo, ideato per le sue apparizioni online, quando si firmava «Khartoon», crasi tra Khartoum, la capitale del Sudan, e cartoon. Presto apprezzati, i suoi lavori l’avrebbero portato nel 2016 a partecipare con altri dieci artisti al progetto itinerante negli Stati Uniti «The Story of Civil Rights is Unfinished», cui sarebbe seguito nel 2019 l’invito dell’Istituto di Cultura tedesco a Khartoum a dar vita a un progetto collettivo: pensò a un libro d’arte sulla storia del suo Paese, e chiamò 30 artisti sudanesi a collaborare. Poi, nel 2022, la presenza a Kassel in occasione di documenta, dove esibisce l’installazione sonora «The Walls Have Ears» pensata per i richiedenti asilo in Danimarca. Assi portanti della mostra di Brescia sono il concetto di «casa», così com’è vissuta dai migranti, l’indagine sulla categoria di «straniero» e quella sull’immagine che dello «straniero» ha il cosiddetto Occidente. In occasione della mostra l’artista interagirà con realtà bresciane come l’Accademia di Belle Arti, la Scuola di Fumetto e la cittadinanza stessa.

Ada Masoero, 06 novembre 2024 | © Riproduzione riservata

Khalid Albaih rilegge Altayib Salih | Ada Masoero

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