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Anna Minola
Leggi i suoi articoliIn L’anima e il cristallo. Alle radici dell’arte astratta Stefano Poggi, professore di Storia della Filosofia all’Università di Firenze, si propone di illustrare come l’arte astratta sia stata favorita da una indirizzo culturale antirazionalistico, iniziato nel primo ventennio del Novecento, quando in Germania divampa una profonda reazione alla cultura positivista. Una reazione che approda a un irrazionalismo che, nell’Ottocento, aveva avuto i suoi iniziatori in Schopenhauer e in Nietzsche e trova poi diversi filosofi novecenteschi sui quali l’autore si sofferma.
Al positivismo si contrappone ora la convinzione che vi sia qualcosa di fondamentale al di là della realtà in cui viviamo, che solo con atteggiamenti mistici ed estatici si può cogliere. La fortuna di questa convinzione è dovuta, da una parte, da una diffusa esigenza di spiritualità e dall’altra al fatto che essa fa sì che acquisti una grande importanza il fenomeno artistico cui si dà sempre più credito. In particolare acquista credibilità la tesi che l’arte non abbia alcun rapporto con l’imitazione del reale.
Su questo punto l’autore si sofferma ponendo in luce la relazione tra la pittura astratta e l’estasi: scomparso ogni rapporto con l’imitazione del reale, la visione estatica si realizza nella forma astratta, la sola capace di tradurre con «purezza cristallina» l’esperienza vissuta dall’artista, dandole una dimensione simbolica.
Un punto di vista di cui l’autore trova la conferma sia in teorici dell’arte (da Fiedler a Worringer ecc.), sia in artisti che sono anche teorici, come Kandinskij e Klee (i quali in particolare, difendono il colore capace di veicolare, senza supporto formale alcuno, contenuti conoscitivi ed espressivi a un tempo) ai quali si unirà Franz Marc.
L’anima e il cristallo. Alle radici dell’arte astratta
di Stefano Poggi
170 pp
Il Mulino, Bologna 2014
€ 19,00

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