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Una veduta del sito di Capo Colonna presso Crotone

Foto Fai-Fondo Ambiente Italiano

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Una veduta del sito di Capo Colonna presso Crotone

Foto Fai-Fondo Ambiente Italiano

L’«Antica Kroton» vuole tornare a essere la città di Pitagora

Crotone sta attuando un progetto di trasformazione urbana attraverso l’archeologia. Lo scopo è di valorizzare l’identità perduta e di riallinearsi alle principali città magnogreche come Taranto, Siracusa e Neapolis 

Daniela Ventrelli

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Archeologia, rigenerazione urbana, rinascita culturale: il sogno della città di Pitagora riparte dalle sue origini e si chiama «Antica Kroton». Undici linee progettuali, 61,7 milioni di euro, tre istituzioni impegnate, due anni di cantieri: alcune delle cifre che cambieranno Crotone e, di conseguenza, l’importanza del patrimonio archeologico in una Regione in espansione, decisa a guadagnarsi un ruolo di prim’ordine nel panorama culturale italiano. 

Il progetto ha preso avvio il 30 aprile con il primo cantiere del quartiere «Acquabona», nell’ambito del programma relativo all’area archeologica urbana. Ne abbiamo parlato con Antonio Senatore, già direttore di Civita, professionista di beni culturali «dimenticati», eletto a coordinatore generale del rilancio crotoniate.

Dottor Senatore, in una città dove i numeri hanno fatto la differenza, orientando usi, costumi e pensieri geniali, che cosa rappresentano in sintesi le 12 lettere di questo titolo?
«Antica Kroton» è una grande idea di trasformazione urbana che parte dalla polis antica per valorizzare la città attuale attraverso lo scavo archeologico. Gli indizi restituiti dalla cultura materiale ci stanno mostrando una storia stratificata e articolata che rischiava di essere cancellata nel difficile, ma inevitabile, rapporto con il contemporaneo. Stiamo recuperando l’identità perduta di Crotone attraverso un progetto di rigenerazione urbana in cui l’archeologia è «l’elemento» valorizzante.

In termini pratici? 
Si scaverà in vari punti della città, si porteranno alla luce gli elementi urbani della polis magnogreca che, in seguito, saranno contestualizzati in una riqualificazione urbana. In città, nascerà un nastro narrante che aiuterà cittadini, turisti, passanti a percepire una storia di non facile lettura per farla rivivere, sentendola propria». 

Antonio Senatore

L’idealismo di queste affermazioni, di cui Senatore è portavoce convinto, sta già trovando un’applicazione concreta in tre cantieri appena avviati: «Acquabona», stadio «Ezio Scida» ed «ex area Ariston». La riqualificazione urbana e la riscoperta di una città importantissima per gli studi sulla Magna Grecia nascono da una duplice motivazione strettamente collegata alla storia stessa di Crotone, recente e antica. Il manager, che dallo scorso autunno coordina in un tavolo tecnico Comune, Regione, Università e Ministero della Cultura, ci ricorda che Crotone è stata la città più industrializzata di tutta l’Italia meridionale. Fin dagli anni ’20 del Novecento, infatti, l’espansione industriale ne aveva fatto un polo di straordinaria longevità, interrotto bruscamente alla fine degli anni Novanta, con tutte le difficoltà correlate a una grave crisi ambientale e le conseguenze, ben note, in termini di lavoro e società. 

Della sua storia antica, invece, parla Carlo Rescigno, professore di Archeologia classica all’Università Vanvitelli di Napoli, coordinatore scientifico per il Comune di Crotone: «La città ha una cesura di abbandono molto alta, già nel III secolo a.C., e questo non le ha permesso di conoscere le grandi trasformazioni vissute da altre città magnogreche come Siracusa, Taranto o la stessa Neapolis. Se questa “frattura alta” è una fortuna per noi archeologi, perché ci permette di leggere le quote più antiche della vita di Crotone, tuttavia ci pone di fronte a un sito che è ricchissimo per informazioni ma non per elevati». Eppure gli scavi, che già stanno confermando questa cesura con il rinvenimento dei crolli delle insulae risalenti al III secolo a.C., potranno riservare notevoli sorprese anche nell’ambito delle aree a destinazione cultuale. Potrà mai, dunque, questo patrimonio così importante per la storia degli studi, esserlo anche per la città contemporanea? Rescigno lo assicura e sottolinea che si punterà molto sul verde urbano, in una commistione tra parchi archeologici urbani e parchi botanici. Non mancheranno, sempre nel rispetto della vivibilità cittadina, saggi di scavo all’interno delle strade moderne, nella vita pulsante della città, a creare una pausa, una sosta fatta di storia, un archivio di terra

Carlo Rescigno

Dello stesso parere la soprintendente di Crotone e Catanzaro e coordinatrice scientifica di «Antica Kroton», l’architetto Stefania Argenti, che parla «di un progetto avveniristico, in grado di cambiare per davvero e profondamente il volto di una città, di un intero territorio». Concorda l’archeologo Filippo Demma, alla guida della Direzione regionale Musei Calabria, direttore del Parco Archeologico di Sibari e di Crotone, sottolineando l’importante impatto ambientale dell’area di Capo Colonna (che sarà pure interessata da un intervento di scavo) e dei due più grandi parchi archeologici calabresi, strettamente uniti al Parco Nazionale del Pollino: «Una grande offerta storica, certamente, archeologica certamente, ma anche paesaggistica e monumentale». 

Dopo una gestazione complessa durata dieci anni (il progetto nasce infatti nel 2011), è dall’ottobre del 2021 che la squadra di Senatore è in marcia e promette il grande cambiamento di quest’area storicamente così rilevante eppure ancora poco valorizzata. Tra le sfide, un supporto concreto alla crescita professionale della città viene da una prima operazione virtuosa: l’architetto palermitano Mario Cucinella impianterà a Crotone nei prossimi mesi un laboratorio di architettura ecosostenibile. Un gruppo di 25 giovani ricercatori, selezionati dalla direzione scientifica del progetto, elaborerà con il maestro, noto come educatore attento alle tematiche ambientali e sociali, nuove tecniche di rigenerazione urbana per bonificare un passato di veleni e valorizzare la storia più felice di quella colonia achea un tempo prospera e ricchissima.

Stefania Argenti

Filippo Demma

Daniela Ventrelli, 12 settembre 2024 | © Riproduzione riservata

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