Carla Badiali, «Composizione», 1942-78 (particolare)

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Carla Badiali, «Composizione», 1942-78 (particolare)

L’Astrattismo rigoroso e lirico di Carla Badiali

Da M77a Milano oltre 50 lavori tra dipinti, disegni e collage dagli anni ’20 agli anni ’80 della pittrice lombarda che, insieme a Manlio Rho, Mario Radice, Aldo Galli, Carla Prina, Alvaro Molteni, rese Como crocevia artistico

Como, anni Trenta: la città è una centrale d’idee, d’intelligenze, d’innovazioni. Una capitale dell’arte più aggiornata, l’Astrattismo (detto, appunto, «comasco»), e dell’architettura più nuova, quella razionalista, che iniziava allora ad imporsi in Europa. A Como vivevano e lavoravano figure come i pittori Manlio Rho, Mario Radice, Carla Prina, Cordelia Cattaneo, Aldo Galli e gli architetti Cesare Cattaneo, Giuseppe Terragni, Piero Lingeri, oltre ad Alberto Sartoris, che vi transitava spesso (tanto che sposerà Carla Prina). 

Con i pittori c’era, in una posizione di spicco, Carla Badiali (Novedrate, 1907-Como, 1992), allieva di Manlio Rho, che la introdusse nel gruppo. A lei M77 Gallery dedica dal 20 gennaio al 15 marzo «Carla Badiali. Geometria e poesia», un’importante mostra curata da Luigi Cavadini (cui si deve il Catalogo generale dell’opera dell’artista), ricca di oltre 50 lavori tra dipinti, disegni e collage (pratica, questa, da lei molto amata) dagli anni ’20 agli anni ’80.

Fra i primi lavori, figurativi, è in mostra l’«Autoritratto» a pastello del 1926, ma già nel 1932 Badiali apre la stagione astratta, sebbene lei amasse ripetere «ho cominciato subito con le composizioni astratte». Con esse si guadagnerà un posto di rilievo nella storica mostra di Lea Vergine «L’altra metà dell’avanguardia 1910-1940», tenuta nel 1980 a Palazzo Reale a Milano, poi a Roma e a Stoccolma.

La pittura astratta di Carla Badiali oscilla tra i due poli complementari di una rigorosa geometria, fatta di elementi colorati galleggianti nel vuoto e (dall’esordio degli anni ’40) di un lirismo alla Kandinskij, evidente soprattutto nella serie «Le vent se lève» di cui la mostra esibisce una bella selezione: qui, elementi nastriformi fluttuano nell’aria, come sospinti, appunto, da una folata di vento. È questo il momento della sua adesione al gruppo «Valori Primordiali», intorno all’omonima rivista fondata da Franco Ciliberti, poi (con Cesare Cattaneo, Pietro Lingeri, Marcello Nizzoli, Mario Radice, Manlio Rho, Osvaldo Licini, Giuseppe Terragni, Alberto Sartoris) al «Gruppo Primordiali Futuristi», firmatari con lei del manifesto «Gruppo Primordiali Futuristi Sant’Elia», cui seguirà la presenza, con un’intera sala, alla Biennale di Venezia del 1942 e alla Quadriennale di Roma dell’anno successivo. Ma già dal 1932 Carla Badiali aveva affiancato alla pittura un fortunato studio di disegni di tessuti, attivo fino al 1963 con la sola interruzione della guerra quando lei, entrata nella Resistenza, finì anche in carcere.

Una figura luminosa, dunque, quella di Carla Badiali, che ritroverà visibilità nell’arte dal 1966, quando sarà invitata alla trentatreesima Biennale di Venezia, nella mostra «Aspetti del primo astrattismo italiano. Milano-Como 1930-40» a cura di Nello Ponente, riprendendo di lì poi a esporre assiduamente. In chiusura del percorso, una scelta di opere dei compagni d’avventura: Manlio Rho, Mario Radice, Aldo Galli, Carla Prina, Alvaro Molteni.

Un autoritratto di Carla Badiali

Ada Masoero, 17 gennaio 2025 | © Riproduzione riservata

L’Astrattismo rigoroso e lirico di Carla Badiali | Ada Masoero

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