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Chiara Visconti
Leggi i suoi articoliL’Intelligenza Artificiale è protagonista alla 19. Mostra Internazionale di Architettura. Al ricco calendario di appuntamenti di GENS Public Program della Mostra, GENS Public Programme - volto a coinvolgere il pubblico e a creare connessioni tra varie discipline in un’indagine esperienziale sui temi della Mostra - si aggiungono ora due nuovi supporti digitali. Spatial Intelligens è sviluppato da sub, lo studio di architettura e design transdisciplinare guidato da Niklas Bildstein Zaar, anche responsabile del progetto di allestimento degli spazi della Mostra; In Other Words è ideato da VOLUME, partecipante in concorso. I nuovi strumenti ampliano il tema curatoriale di quest’anno trasformandolo in una infrastruttura che invita i visitatori ad abitare le idee architettoniche presentate dai partecipanti, sollevando al contempo domande su come la conoscenza venga organizzata, diffusa e messa in discussione all’interno delle istituzioni culturali.
L’Intelligenza Artificiale al lavoro
Durante la preparazione della Biennale Architettura di quest’anno, l’IA è stata utilizzata per riassumere testi, generare didascalie e assistere nell’orientamento dei visitatori. Quello che era iniziato come un supporto logistico ora si sposta in uno spazio più pubblico e sperimentale. Questi nuovi strumenti segnano il passaggio da una presentazione statica a un coinvolgimento attivo, trasformando la Mostra stessa in un sistema reattivo.
La Spatial Intelligens di SUB
Per completare le installazioni fisiche alle Corderie dell’Arsenale, sub ha sviluppato Spatial Intelligens, un gemello digitale alimentato dall’IA che sblocca un ulteriore livello della Mostra, modellato dai movimenti, dagli interessi e dalle interazioni dei visitatori. Utilizzando la computer vision, il sistema può localizzarsi semplicemente scattando una foto della Mostra, consentendo ai visitatori di ricevere informazioni personalizzate e interagire con un’IA addestrata a conversare con l’intera Esposizione. Spatial Intelligens è accessibile tramite un’interfaccia web sui dispositivi mobili dei visitatori durante la loro visita. Al termine dell’esperienza, ciascun visitatore riceve un resoconto personalizzato del proprio percorso, che mappa il profilo comportamentale unico e gli consente di riflettere sul modo in cui ha vissuto la Mostra, nonché di condividerlo. La guida trasforma le esperienze individuali in una comprensione collettiva di come navighiamo e rispondiamo all’architettura.
VOLUME - Ultimate Biennale Architettura 2025 Companion: In Other Words...
L’intervento di VOLUME parte da una considerazione: sebbene la Biennale Architettura continui a riunire la comunità internazionale della progettazione, le sue mostre spesso appaiono distanti al grande pubblico. Nell’ambito dell’iniziativa Bursting Bubbles, l’Ultimate Biennale Companion utilizza modelli linguistici di grandi dimensioni per mediare tra il discorso degli esperti e un coinvolgimento culturale più ampio. In Other Words sperimenta l’offerta ai visitatori di un audio guida generata dall’IA per la Mostra all’Arsenale, utilizzando 36 prompt editoriali applicati alle descrizioni del catalogo tramite Anthropic Claude Sonnet 4. Il sistema rianima i testi della Mostra attraverso molteplici voci e punti di vista. Alcuni sono immaginati, altri tratti dalla storia o dalla cultura popolare: un opinionista dell’era MAGA, un architetto italiano del XX secolo, un teorico critico. Il risultato è una lettura polifonica della Biennale Architettura 2025 — che invita i visitatori a scoprire l’architettura non solo attraverso il discorso degli esperti, ma anche attraverso le lenti riflesse di ideologia, finzione e memoria.
Bursting Bubbles comprende anche una serie di souvenir veneziani reinventati — più dispositivi critici che oggetti di consumo — pensati per interrogarsi su come i simboli circolano e quali valori trasmettono, disponibili in diversi negozi di souvenir veneziani e su bursting-bubbles.eu. In Other Words è disponibile come podcast su Spotify
La Biennale come Laboratorio Vivente
Entrambi gli strumenti sono ora attivi all’Arsenale. Fanno parte di un’ecologia più ampia di sperimentazioni che attraversa la Biennale Architettura 2025 — dal Construction Futures Research Lab a The Song of the Crickets, dalle pratiche basate sul lavoro sul campo alle installazioni partecipative. Questi progetti estendono l’agenda curatoriale oltre la forma o l’immagine, mettendo in primo piano i sistemi di produzione della conoscenza e l’immaginazione infrastrutturale. «La Biennale Architettura è da sempre uno specchio della professione: ne riflette i sogni, le ansie e, sempre più spesso, le contraddizioni. Quest’anno abbiamo provato un formato diverso: può una Biennale passare dall’essere uno specchio a diventare uno strumento?» osserva Ratti. «L’uso dell’IA è un invito a ripensare l’autorialità, la collaborazione e il modo in cui si costruisce il significato. Riguarda il futuro dell’architettura e la sua rilevanza in un’epoca di mediazione algoritmica».
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