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Una veduta dell’interno dell’ex Mattatoio di Roma, padiglione espositivo

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Una veduta dell’interno dell’ex Mattatoio di Roma, padiglione espositivo

La Città delle arti all’ombra del Campidoglio

Nasce a Roma la Fondazione Mattatoio con Comune, Facoltà di Architettura di Roma Tre e Accademia di Belle Arti: 100mila metri quadri e quasi 100 milioni per arte, architettura, mostre, grandi eventi, musica, musei

Guglielmo Gigliotti

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Come Parigi, Vienna e Madrid, anche Roma avrà una Città delle arti. Giungerà così a compimento un’avventura iniziata 25 anni fa, quando, con Francesco Rutelli sindaco, si iniziò a voler dare un nuovo destino al vuoto urbano costituito dal grande Mattatoio comunale, dismesso dal 1975, dopo ottant’anni di attività. Lo aveva progettato Gioacchino Ersoch, all’insegna di geometrie limpide e moderna efficienza. Alla dismissione seguì la deriva del degrado. La rinascita, in nome della cultura, della formazione, dei grandi eventi e delle mostre, segna invece la riqualificazione di un quadrante della città, quello che giace ai piedi del monte Testaccio, la collina artificiale realizzata dagli antichi romani accumulando frammenti di anfore: il mons Testaceus, per il popolo «il monte dei cocci» (in latino, «testae» è il frammento di terracotta). 

Delimitato a sud dalle Mura Aureliane, a ovest dal fiume Tevere e a nord dal quartiere di Testaccio, il nuovo polo culturale universitario sarà gestito dalla Fondazione Mattatoio, che comprenderà rappresentanti dei principali enti promotori: il Comune di Roma, in primis, poi la Facoltà di Architettura di Roma Tre e l’Accademia di Belle Arti di Roma. La Fondazione, che si costituirà definitivamente entro l’anno in corso, garantirà coerenza programmatica e amministrativa all’attività di un Centro per la Fotografia (i cui lavori sono in via di terminazione in un padiglione di 1200 metri quadrati), dei due grandi padiglioni espositivi (per un decennio divenuti Macro Testaccio, ora gestiti per grandi mostre dall’Azienda speciale Palaexpo), del Centro di produzione culturale La Pelanda (5mila metri quadrati dedicati a teatro, musica, arti visive e performative), del nuovo Padiglione Eventi (dedicato a festival, fiere ed incontri) e di un ampio spazio dedicato alla ristorazione. Oltre 100mila metri quadri, per quasi 100 milioni di euro stanziati negli ultimi anni: 50 milioni dall’Università Roma Tre, 43 dal Comune, 5 dall’Accademia di Belle Arti.

La nuova Città delle Arti all’ombra del Campidoglio vedrà, quindi, convergere l’attività formativa e culturale della Facoltà di Architettura Roma Tre (che si è progressivamente trasferita a Testaccio a partire dai primi anni Duemila), della sede distaccata dell’Accademia di Belle Arti, ma anche quelle della Scuola popolare di musica di Testaccio (dalla musica classica a quella etnica) e della Città per l’Altra Economia (centro di studi e promozione di processi sociali fondati sull’ambiente, l’equità, il non profitto a ogni costo). Una città nella città, costellazione di enti dediti alla conoscenza e all’arte, un motore della vita giovanile e culturale. A corroborare le istanze dei vari enti, l’interazione degli stessi. Su questo punto hanno anticipato i tempi l’Azienda speciale Palaexpo e l’Accademia di Belle Arti, finanziando una borsa di studio per un dottorato sul tema della coprogettazione di iniziative culturali

Deus ex machina dell’intero microcosmo fiorito alle pendici del Monte Testaccio, è stato Umberto Marroni (Roma, 1966), già capogruppo Pd nel Consiglio comunale di Roma, deputato e ora delegato del sindaco Gualtieri per l’ex Mattatoio. Era presente in Consiglio comunale al momento del Piano d’assetto del 2000. Ora è sul punto di dirimere le ultime procedure per dar corpo coerente a un progetto che ha perseguito, sostenuto da tutte le forze in campo, per un quarto di secolo. Ivana Della Portella (Roma, 1965), già consigliera comunale, presidente di Zétema e ora vicepresidente dell’Azienda speciale Palaexpo, dichiara: «È un progetto ambizioso che ora, grazie anche ai finanziamenti del Pnrr (Caput Mundi), giunge a compimento. Un progetto che risponde a una delle vocazioni più proprie della città: quella artistica. L’altra, a mio parere, può parimenti considerarsi quella scientifica. Un impegno fortemente voluto dal sindaco Gualtieri».

A completare il quadro di questa messa a sistema di enti attivi in città nel settore cultura, sono gli 1,3 milioni di euro messi a disposizione dalla Fondazione Roma (proprietaria del Polo museale costituito da Palazzo Cipolla e Palazzo Sciarra Colonna), per la realizzazione di un lungo tratto di pista ciclabile che lambisce l’ex Mattatoio. L’Accademia di Belle Arti di Roma, nella sua sede distaccata, da 10 anni ha le sue aule e i suoi laboratori in due grandi padiglioni del Campo boario dell’ex Mattatoio e, da quest’anno, negli edifici degli ex Fienili. Nei due padiglioni maggiori si concentrano per lo più i corsi sui nuovi media, negli ex Fienili quelli sulle pratiche antiche, occidentali e orientali, della realizzazione della carta, come materia e come supporto. Passato e futuro dell’arte, che si scontrano per ora, con il problema, non ancora risolto, delle stalle dei cavalli delle carrozze per turisti, che occupano, abusivamente, ampi settori dell’ex Mattatoio. Proprio gli spazi che il Comune di Roma ha dato in concessione all’Accademia di Belle Arti diretta da Cecilia Casorati. Manca solo questo ultimo tassello per completare la Città delle arti.

Una veduta esterna dell’ex Mattatoio di Roma

Guglielmo Gigliotti, 14 marzo 2025 | © Riproduzione riservata

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La Città delle arti all’ombra del Campidoglio | Guglielmo Gigliotti

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