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Un momento delle analisi diagnostiche sul «Ritratto di giovane donna» (1470 ca) di Piero del Pollaiolo

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Un momento delle analisi diagnostiche sul «Ritratto di giovane donna» (1470 ca) di Piero del Pollaiolo

La «Dama» del Poldi Pezzoli ha bisogno di rilassarsi

Il restauro della celebre tavola del Pollaiolo, icona del museo milanese, sarà effettuato davanti agli occhi del pubblico

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Ada Masoero

Giornalista e critico d’arte Leggi i suoi articoli

Ancora non si è spenta l’eco dell’irripetibile mostra del «Polittico agostiniano» di Piero della Francesca, che il Museo Poldi Pezzoli ha ricomposto dopo 555 anni la scorsa primavera intorno al suo «San Nicola da Tolentino» e già si annuncia un altro progetto che attrarrà nuovamente sulla casa-museo di Gian Giacomo Poldi Pezzoli l’attenzione di studiosi e grande pubblico. La direttrice Alessandra Quarto ha infatti annunciato l’avvio del restauro, visibile al pubblico nella Sala del Collezionista al primo piano, del dipinto-icona delle sue collezioni, quel «Ritratto di giovane donna», 1470 circa, di Piero del Pollaiolo (per tutti, da sempre, «la Dama del Pollaiolo») che, entrato negli anni ’70 dell’800 nella collezione di Gian Giacomo, diventò da subito (ed è tuttora) l’opera identitaria del Museo: tanto che quando Alessandra Mottola Molfino, allora direttrice del Poldi Pezzoli, nel 1980 commissionò al celebre designer Italo Lupi il nuovo logo, questi convertì le due «P» di «MPP» nel duplice profilo della «Dama».

Il ritratto, non più restaurato dal 1951 quando vi intervenne il famoso restauratore Mauro Pellicioli, impensieriva per i danni che manifestava: ingiallimento della superficie e soprattutto «zone di increspatura e piccole esfoliazioni» che rischiano di aggravarsi, come ha spiegato Carlotta Beccaria cui è stato affidato l’attuale intervento. Prima d’intervenire sulla giovane dama, la si è dunque sottoposta a una Tac al Cdi-Centro Diagnostico Italiano del Gruppo Bracco, leader globale nell’imaging diagnostico, che attraverso la Fondazione Bracco è da tempo al fianco dei migliori musei e che ora, come ha spiegato la presidente Diana Bracco, ha fortemente voluto essere «partner scientifico di questo primo restauro dal vivo del Museo Poldi Pezzoli». Dall’esame è scaturita un’immagine stratificata dell’opera che ha permesso di conoscerne millimetricamente l’intera composizione. A partire dallo scorso giugno ha operato un team di scienziati delle Università degli Studi di Milano e spin off Iuss-Pavia DeepTrace Technologies in collaborazione con il Centro Conservazione e Restauro La Venaria Reale coordinati dalla professoressa Isabella Castiglioni.

I risultati delle molteplici indagini (che hanno rivelato anche il disegno preparatorio) ora guidano l’intervento tanto sulla superficie pittorica quanto sulla tavola di supporto (la causa principale dei danni agli strati pittorici), che Pellicioli, come usava allora, dotò di due robuste traverse con incastro a coda di rondine allo scopo di costringere alla planarità una tavola che, per effetto dei normali cambiamenti di temperatura e umidità, era diventata lievemente convessa. Al supporto provvede oggi il super-specialista Roberto Buda, che intende «rimuovere le traverse attuali e dotare il dipinto di traverse elastiche di nuova generazione che possano assecondare i naturali movimenti del legno, consentendo alla tavola di rilassarsi». In tal modo, puntualizza Alessandra Quarto, «miglioriamo la conservazione del nostro capolavoro e attiviamo un processo di prevenzione necessario adottando la politica del minimo intervento secondo le norme ministeriali».

Quanto all’ingiallimento, era emerso in modo anche più evidente nella mostra memorabile, voluta nel 2014 dall’allora direttrice Annalisa Zanni, che metteva a confronto le quattro «Dame» del Pollaiolo: le altre tre, del Metropolitan Museum di New York, dalla Gemäldegalerie di Berlino e dalle Gallerie degli Uffizi, mostravano una cromia molto più luminosa. E proprio le indagini messe a disposizione dai loro musei condotte su queste tre «Dame», oltre a quelle promosse nel 2004 e nel 2014 da Annalisa Zanni sulla «Dama» milanese, hanno offerto un importante termine di paragone per gli esami realizzati ora. Come ha spiegato Carlotta Beccaria, oggi «la policromia appare nel complesso adesa agli strati preparatori e al supporto ligneo anche se con diffusi segni di compressione; l’originale equilibrio cromatico delle tinte voluto dall’artista appare però fortemente attutito dall’ingiallimento degli strati di vernice», danni cui l’attuale intervento porrà riparo.  

Il restauro è stato possibile grazie al sostegno del partner istituzionale Diözesanmuseum Freising-Monaco di Baviera, anche in vista del prestito da parte del Poldi Pezzoli della «Madonna con il Bambino» (la cosiddetta «Madonna del  libro», 1480-81) di Sandro Botticelli, che nel 2025 sarà presente nella mostra del museo bavarese sulle opere «private» del Rinascimento. Da non perdere al Poldi Pezzoli le conferenze e le visite guidate serali al laboratorio (museopoldipezzoli.it).

Da sinistra: analisi multibanda, Uvfc e riflettografia del «Ritratto di giovane donna» (1470 ca) di Piero del Pollaiolo

Ada Masoero, 15 ottobre 2024 | © Riproduzione riservata

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