Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine
Riccardo Deni
Leggi i suoi articoliA oltre cinquant'anni dalla storica retrospettiva che la Galleria Civica d’Arte Moderna di Torino dedicò a Fausto Melotti, mostra che lo consacrò tra i maestri dell'arte italiana, l'artista torna di nuovo protagonista alla GAM con l'esposizione «Lasciatemi divertire!». Prendendo spunto da una sua ironica affermazione, l'esposizione presenta centocinquanta opere, provenienti da collezioni pubbliche e private e si articola intorno al nutrito nucleo di lavori conservati dalla GAM, tra cui la grande «Modulazione ascendente» (1977), collocata nel giardino del Museo.
Da qui, il percorso si sviluppa in otto sezioni che si susseguono cronologicamente, passando in rassegna i principali nuclei tematici della poetica melottiana. Dall’Arte astratta della prima metà degli anni Trenta alle suggestioni urbane e naturali di «Città e foreste», passando per le «Cosmologie» e i miti antichi, fino agli «Alfabeti», testimonianza del profondo legame che nella poetica dell’artista lega scrittura, disegno e scultura. Due sezioni, intitolate «Intervalli e contrappunti» e «Pioggia e vento», raccolgono opere ispirate rispettivamente alla musica e ai ritmi naturali, elementi ricorrenti nella produzione dell’artista, che trovano forma in composizioni di estrema leggerezza e sospensione, dove il vuoto e il silenzio assumono un ruolo centrale.
L'allestimento, che tiene conto di soluzioni espositive da lui stesso ideate, come i caratteristici piedistalli a “I”, si raccoglie idealmente nelle stanze centrali, le quali evocano l'ambiente degli studi che l’artista aveva a Milano (via Leopardi) e Roma (via Margutta). Ampio spazio è, infine, riservato alla «Produzione ceramica» e ai «Teatrini», piccoli scenari abitati da figure antropomorfe che Melotti ha realizzato a partire dalla metà degli anni Quaranta.

Fausto Melotti, «Ahi come presto stridono i venti, misti alla fredda pioggia autunnal», 1966

Fausto Melotti, «Notte africana», 1973