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Particolare di «Il giardino di Monet a Giverny» (1895), di Claude Monet

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Particolare di «Il giardino di Monet a Giverny» (1895), di Claude Monet

La Stiftung Bührle si accorda per cinque capolavori con gli eredi dei legittimi proprietari

Dipinti di Courbet, Monet, Toulouse-Lautrec, Van Gogh e Gauguin saranno rimossi dalla Kunsthaus di Zurigo, a cui la fondazione svizzera li aveva prestati a lungo termine

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Catherine Hickley

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La Stiftung Sammlung E. G. Bührle, fondazione che sovrintende alla controversa collezione Bührle in prestito alla Kunsthaus di Zurigo, ha dichiarato di voler trovare un accordo con gli eredi dei legittimi proprietari ebrei su cinque importanti dipinti impressionisti della sua collezione.

Il «Ritratto dello scultore Louis-Joseph» (1863), di Gustave Courbet, un dipinto del 1895 di Claude Monet che ritrae il suo giardino a Giverny, «La vecchia torre» (1884), di Vincent van Gogh, il «Ritratto di Georges-Henri Manuel» (1891), di Henri de Toulouse-Lautrec e «La route montante» (1884), di Paul Gauguin saranno tutti rimossi dalle pareti della Kunsthaus, ha annunciato la Fondazione Bührle in un comunicato stampa.

La Fondazione ha dichiarato che la sua decisione non si basa su nuove ricerche, ma piuttosto sulle nuove linee guida internazionali per la gestione dell'arte perduta a causa delle persecuzioni naziste, annunciate nel marzo di quest’anno e approvate da 25 Paesi, tra cui la Svizzera. Le nuove «Best Practices for the Washington Principles on Nazi-Confiscated Art» mirano a sviluppare i «principi di Washington» del 1998, chiarendo le ambiguità che hanno portato a controversie.

«La Fondazione si propone di trovare una soluzione equa e giusta per queste opere con gli eredi legali degli ex proprietari, in linea con le Best Practices», ha dichiarato.

Per un sesto dipinto, «La sultane» (1871) di Edouard Manet, la fondazione ha dichiarato che cercherà un «accordo simbolico» con gli eredi del collezionista d'arte ebreo Max Silberberg, anche se le circostanze della sua perdita non rientrano, secondo la fondazione, nei criteri stabiliti dalle nuove Best Practices.

Quando la Kunsthaus aprì per la prima volta il suo nuovo ampliamento per esporre la collezione Bührle nel 2021, sollevò un’ondata di indignazione. Bührle, uno dei principali mecenati del museo, era anche un mercante di armi che vendeva cannoni antiaerei alla Germania nazista, impiegava lavoratori schiavi ed era noto per aver acquistato opere d'arte saccheggiate dai nazisti. I critici affermarono che la Kunsthaus non avrebbe mai dovuto esporre la sua collezione e accusarono la fondazione di aver sbianchettato la provenienza di alcuni dipinti.

La Kunsthaus ha dichiarato in un comunicato di accogliere con favore l’annuncio della fondazione, che è in linea con la sua nuova strategia sulla provenienza. La fondazione, ha dichiarato, «sta agendo in modo appropriato e corretto in base all'accordo di sovvenzione con la città di Zurigo e alle condizioni del contratto di prestito».

L’annuncio della fondazione precede di appena due settimane la pubblicazione di una valutazione indipendente della ricerca sulla provenienza, condotta da Raphael Gross, presidente del Museo storico tedesco, e commissionata dalla città e dal cantone di Zurigo e dagli amministratori della Kunsthaus.

Catherine Hickley, 17 giugno 2024 | © Riproduzione riservata

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