Catherine Hickley
Leggi i suoi articoliLa Biennale für aktuelle Fotografie, manifestazione fotografica che si sarebbe dovuta tenere nelle città tedesche di Mannheim, Ludwigshafen e Heidelberg nel marzo 2024, è stata cancellata dopo la pubblicazione sui social media, da parte di uno dei tre curatori, di contenuti che le autorità della città hanno definito antisemiti.
I post pubblicati su Facebook, a partire dal 7 ottobre, da parte di Shahidul Alam, un fotogiornalista del Bangladesh, includono «contenuti che possono essere letti come antisemiti», hanno dichiarato gli organizzatori dell’evento in un comunicato. Tra questi, il paragone dell’attuale guerra a Gaza con l’Olocausto e le accuse di genocidio da parte dello Stato di Israele nei confronti della popolazione palestinese di Gaza, secondo gli organizzatori.
Le tre città hanno commentato che il loro «rapporto di fiducia» con Alam «è stato gravemente danneggiato». Gli organizzatori hanno comunicato di aver cercato un colloquio diretto con Alam e gli altri due curatori, Tanzim Wahab e Munem Wasif, e di aver discusso i post su Facebook «al fine di sensibilizzare i curatori sulla particolare responsabilità storica della Germania nei confronti dello Stato di Israele e del suo diritto all’esistenza». Alam, che «si considera un attivista e chiede libertà di espressione», ha continuato a pubblicare contenuti simili anche dopo queste discussioni. Wahab e Wasif hanno affermato di non voler continuare a lavorare alla Biennale senza di lui, si legge nel comunicato.
«Le conseguenze della cancellazione per la Biennale für aktuelle Fotografie e per il team organizzativo sono di vasta portata», hanno ammesso gli organizzatori. «Mettono a rischio il futuro dell’intero evento. Nel tempo a venire, faremo tutto il possibile per mantenere la Biennale come uno dei più grandi e importanti eventi di fotografia in Germania e in Europa». La Biennale für aktuelle Fotografie è organizzata dalle tre città tedesche che la ospitano. L’edizione del 2024, che sarebbe stata la decima, è stata la prima con tre curatori non europei. È stata anche l’ultima a essere sponsorizzata dall’azienda chimica tedesca BASF, che all’inizio dell’anno ha dichiarato di voler porre fine al suo impegno, mettendo in dubbio il futuro dell’evento.
Le controversie tra artisti e organizzatori hanno portato a una serie di interruzioni dei progetti espositivi (tedeschi?) dopo gli attacchi terroristici di Hamas in Israele del 7 ottobre e il successivo attacco israeliano a Gaza. I piani per la prossima edizione di Documenta, la grande mostra d’arte contemporanea che si svolge a Kassel ogni cinque anni, sono in disordine dopo che il comitato di ricerca incaricato di selezionare il prossimo direttore artistico si è dimesso in massa.
Nella loro lettera di dimissioni, quattro membri della commissione hanno dichiarato di non vedere «condizioni appropriate» per «prospettive, percezioni e discorsi divergenti» dopo il ritiro forzato del loro collega, Ranjit Hoskoté. Hoskoté ha lasciato il gruppo in seguito alle pressioni dei media tedeschi e del governo per una dichiarazione da lui firmata nel 2019 e considerata antisemita. In un post su Facebook, Alam ha affermato che la lettera «denunciava la posizione ottusa della Germania sulla libertà di espressione».
Il 7 ottobre i terroristi di Hamas sono entrati in Israele con una furia omicida, uccidendo più di 1.200 persone e prendendo circa 220 ostaggi. L’esercito israeliano ha risposto a queste atrocità con una dichiarazione di guerra contro Hamas, lanciando attacchi aerei e ponendo Gaza sotto assedio. Secondo il ministero della Sanità gestito da Hamas, sono stati uccisi più di 12.300 palestinesi, la maggior parte dei quali civili.
Altri articoli dell'autore
Tra i lotti principali dell’asta organizzata dal curatore prima della sua morte, figurano due «date painting» dell'intimo amico On Kawara
La decisione della vendita, prevista per il prossimo gennaio, è frutto di un accordo tra l’Allentown Art Museum (che acquistò il dipinto nel 1961 presso la galleria Wildenstein) e gli eredi del proprietario legittimo dell’opera, il giudice ebreo Henry Bromberg. La casa d’aste lo riferisce a «Lucas Cranach il Vecchio e bottega»
La Stiftung Bührle si accorda con gli eredi dei legittimi proprietari ebrei per capolavori di Courbet, Monet, Van Gogh, Toulouse-Lautrec e Gauguin. Non saranno più esposti nel museo di Zurigo, a cui la fondazione elevetica li aveva prestati a lungo termine
La riduzione, che entrerà in vigore l’anno prossimo, risponde alle richieste da tempo avanzate dai dealer tedeschi