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Paola de Groot-Testoni
Leggi i suoi articoliQuando nel 2013, dopo dieci anni di lavori, venne finalmente ultimata la ristrutturazione del Rijksmuseum, il motto che accompagnava la tanto attesa riapertura fu: «8.000 opere, 800 anni di storia, 80 sale» ma fu subito chiaro che il giardino intorno all’edificio, ricco di laghetti, frammenti storici e sculture, avrebbe rappresentato l’ottantunesima sala. E così è stato: a partire dal 22 settembre di quell’anno i 14.500 mq di parco, ideati da Pierre Cuypers nel 1901 e ristrutturati dagli architetti del verde dello Studio Copijn Tuin, sono divenuti lo scenario di mostre di grande opere da esterno. Se le prime due stagioni hanno visto protagonisti Henry Moore e Alexander Calder, dal 19 giugno all’11 ottobre lo scettro passa a Joan Miró (1893-1983), le cui opere adorneranno i giardini accessibili gratuitamente dal 20 marzo. Fanno loro compagnia il parcogiochi ideato dall’architetto olandese Aldo van Eyck nel secondo dopoguerra, la scacchiera a scala umana e il labirinto acquatico progettato dall’artista contemporaneo danese Jeppe Hein. Tra i lavori di Miró esposti, «Ragazza che fugge» e «La carezza di un uccello» (nella foto), in bronzo verniciato, entrambi del 1967, e «Personaggio» del 1970.