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Antonio Pepe
Leggi i suoi articoliQuattro affreschi trasportati su tela del periodo romano di Pellegrino Tibaldi (Valsolda, Co, 1527-Milano, 1596), riconosciuti per la prima volta dal curatore specializzato in Old Master Marco Simone Bolzoni e dallo storico dell’arte Furio Rinaldi nel 2016, sarebbero stati causa sufficiente per un agile contributo di aggiornamento sull’attività del Tibaldi nell’Urbe. Ora l’autore del volume Pellegrino Tibaldi. Le storie di Polifemo aggiunge a questi un quinto inedito della medesima serie, altre novità sulla prima attività grafica del nostro e un lodevole sforzo di rompere la barriera compilativa che barrica l’argomento. Ecco che il desiderio di una pubblicazione diventa una necessità imminente.
Sono questi stimoli a muovere le trame del libro, il pretesto di una presentazione argomentata a 360 gradi delle aggiunte al corpus per poi tornare a far visita a una vecchia impasse. Nel cuore dello scritto, costruito attorno alle «Storie di Polifemo», pulsa nuova linfa nell’«Avvio romano di Pellegrino Tibaldi» (titolo di un capitolo) con spunti originali sulle imprese nella Sala Paolina in Castel Sant’Angelo. Si tratta di un cantiere che vale da documento di emancipazione dell’artista, stilato a pennello su intonaco, e da leggere dall’alto verso il basso seguendo le date di avanzamento dei lavori nel biennio 1545-47. Quindi di una storia figurata (qui con ottime immagini) del riscatto formale di Tibaldi. Da un’infatuazione michelangiolesca, costretta però agli ordini del capocantiere, il pittore Perin del Vaga (Firenze, 1501-Roma, 1547), alla conquista di un grado di indipendenza di cui i tondi coronano la riuscita, perfino reimpiegandone i modelli.
Per mancanza di una rendicontazione al dettaglio dei lavori d’équipe, la partita si gioca sul campo della filologia, con passaggi continui e assist intelligenti, dal disegno alla pittura e viceversa. E la carrucola disegno-dipinto regge a dovere anche il peso considerevole delle felici aggiunte che danno il titolo al testo. Il tutto è argomentato in capitoli snelli e scorrevoli, tradotti in inglese in appendice, che costituiscono materia d’interesse dentro e fuori dall’accademia. Ma anche cronaca di mercato: che l’invenduto da Sotheby’s dello scorso 7 febbraio (asta Tavitian, New York, lotto 1018), di ben quattro dei cinque tondi, sia l’occasione ultima per lo Stato di riprendersi ciò che non ha saputo riconoscere al momento dell’esportazione, legalmente avvenuta, seguendo tutti i crismi del caso? O almeno che, leggendo il libro, la storia non si ripeta al momento della ricomparsa del quinto dipinto, riprodotto da un vecchio catalogo d’asta ma ancora da rinvenire.
Pellegrino Tibaldi. Le storie di Polifemo
di Marco Simone Bolzoni, 88 p., ill., Ugo Bozzi Editore, Roma 2025, € 30

La copertina del volume
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