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Valeria Fichera Lo Savio
Leggi i suoi articoliAperta presso il Museo Archeologico dell’isola di Mykonos fino a settembre 2017, la mostra «Vanità» è curata dall’Eforato di Antichità Cicladiche in collaborazione con la Municipalità di Mykonos, Elefteria Deko e lo studio di architetti Kois Associated. Il titolo, ritagliato in uno specchio sul portale d’ingresso del museo, così come la parte dedicata ai gioielli contemporanei, trovano un riflesso più nell’aspetto notoriamente mondano della meta estiva che nella piccola ma curatissima mostra sui gioielli antichi e moderni provenienti dalle Cicladi, dall’epoca neolitica fino al XX secolo.
L’allestimento, raffinato e sobrio, fa risaltare forme e colori degli ornamenti antichi, cosa non semplice ad esempio per gli ornamenti di epoca neolitica o dell’Antico Cicladico. Tutti i riferimenti numerici e descrittivi, del singolo pezzo o dell’epoca di riferimento, sono riportati in un cassetto retroilluminato al di sotto di ciascuna teca in modo da dare piena attenzione agli oggetti esposti. Una serie di volumi sull’argomento sono a disposizione del pubblico su dei banchi lungo tutta l’esposizione.
La qualità degli oggetti esposti (fibule, spille, anelli, collane, orecchini, diademi) rivela l’importanza dei santuari cicladici in epoca arcaica e classica (VII-IV secolo a.C.) a Kythnos (Vryokastro), Paros (Dispotiko) e Thera. Non di minore importanza i reperti provenienti dal cimitero di Paroikia a Paros o lo straordinario e celebre deposito di II-I secolo a.C. rinvenuto in un’insula di Delos. Tra i gioielli storici, la spilla appartenuta all’eroina della Rivoluzione Manto Mavrogenous.
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