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Pablo Picasso, «Ritratto di Mateu Fernández de Soto», 1901-03. Oskar Reinhart Sammlung «Am Römerholz», Winterthur, Svizzera

© Ors «Am Römerholz», Winterthur

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Pablo Picasso, «Ritratto di Mateu Fernández de Soto», 1901-03. Oskar Reinhart Sammlung «Am Römerholz», Winterthur, Svizzera

© Ors «Am Römerholz», Winterthur

L’amico di Picasso nasconde una donna

Le analisi scientifiche preliminari al restauro del «Ritratto di Mateu Fernández de Soto» hanno evidenziato che il pittore spagnolo, approdato a Parigi giovane e squattrinato, ha riutilizzato la tela

Giovanni Pellinghelli del Monticello

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Il restauro effettuato dal Courtauld Institute of Art sull’opera giovanile (1901-03) di Pablo Picasso «Ritratto di Mateu Fernández de Soto» ha rivelato l’esistenza di un ritratto femminile incompiuto nascosto sotto la stesura.

Analizzata per la prima volta ai raggi X e ai raggi infrarossi, l’opera della Sammlung Oskar Reinhart «Am Römerholz» di Winterthur (collezione di oltre 600 opere ospitate dal 1951 nel Kunstmuseum Winterthur-Reinhart) mostra infatti sulla destra una preesistente figura femminile: testa, spalle inclinate e busto appoggiato al tavolo, il braccio destro raccolto sul busto e la mano destra appoggiata sull’avambraccio sinistro, i capelli acconciati nel tipico chignon. La figura ricorda varie donne sedute che Picasso dipinse nei primi anni del Novecento: «la Femme aux Bras Croisés» (Kunstmuseum, Basilea) o «La Buveuse d’Absinthe» (Ermitage di San Pietroburgo) o, soprattutto, «L’Attente (Margot)» del Museo Picasso di Barcellona, fugando ogni dubbio sull’autenticità di mano.

Non si hanno lumi sull’identità della figura femminile celata sotto un’opera emblematica degli anni d’avvio dell’artista, uno dei primi dipinti del Periodo Blu (1901-04). Dopo il suicido (febbraio 1901) dell’amico Carles Casamegas con il quale era arrivato a Parigi qualche settimana prima e che lo strazierà, Picasso vive in solitudine un lungo periodo di depressione e povertà e dipinge tele essenzialmente monocromatiche nei toni del blu e del verde, raramente «riscaldate» dall’inserimento di altri colori.

Con queste tonalità fredde, che esprimono il suo stato emozionale provato, Picasso ha ritratto Mateu Fernández de Soto (1881-1939), l’altro amico coetaneo che come lui e Casamegas era originario di Barcellona: i tre pittori ventenni condividevano l’atelier e questo ritratto (noto anche col titolo «Le Beveur d’Absinthe» che ne esprime tutta la malinconia desolata) evoca la memoria e l’assenza, dolorose, dell’amico comune in quei momenti tristi, resi ancor più difficili anche dalla penuria di danaro (normale quindi che in quegli anni Picasso riutilizzasse le sue tele).

All’inizio del 1904, al Bateau-Lavoir (il complesso di ateliers d’artistes sviluppatosi dal 1889 sulla collina di Montmartre come residenza e centro di lavoro e d’incontro di pittori e scultori francesi e stranieri, nonché gente di teatro e di lettere e mercanti d'arte) Picasso incontra la bellezza incandescente di Fernande Olivier, modella ventenne: è il suo primo amour fou. Fernande, per Picasso la «Belle» per antonomasia, dopo lungo corteggiamento diviene sua compagna e sua musa fin oltre al Cubismo (brilla nelle «Demoiselles d’Avignon», 1907, avvolta nel fascino stranente del nuovo linguaggio dell’invenzione cubista). Con lei, Picasso esce dalla spirale depressiva e dipinge la propria rinnovata vitalità nei cromatismi accesi e carnali dell’arancio e del rosa: inizia il Periodo Rosa (dal 1904 al 1906).

Immagine a infrarossi del «Ritratto di Mateu Fernández de Soto», 1901-03, di Pablo Picasso, Londra, The Courtauld Institute of Art, Conservation Department. © The Courtauld Institute of Art, Londra

Giovanni Pellinghelli del Monticello, 31 maggio 2025 | © Riproduzione riservata

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