Dalla sua morte, Ithell Colquhoun (1906-88) è più conosciuta come occultista che come artista. Ora la sua reputazione di figura di spicco del Surrealismo britannico viene ristabilita in una mostra che esplora per la prima volta le connessioni tra questi due aspetti della sua vita.
«Between Worlds», la più grande mostra mai allestita sul suo lavoro, è allestita alla Tate St Ives fino al 5 maggio, per poi passare alla Tate Britain di Londra dal 12 giugno al 19 ottobre. Si tratta della prima collaborazione di questo tipo tra due sedi della Tate e riconosce l’importanza di entrambi i luoghi nella vita e nel lavoro dell’artista. «A volte è vista come una figura un po’ solitaria, che si ritira in Cornovaglia, dov’è completamente assorbita dall’esoterismo, sostiene Katy Norris, curatrice alla Tate St Ives. Ma per tutti gli anni Quaranta ha fatto la spola tra la Cornovaglia e Londra e ha sempre lavorato attivamente con gli ambienti artistici di questi due luoghi».
Grazie all’acquisizione da parte della Tate, nel 2019, del vasto archivio di Ithell Colquhoun, precedentemente diviso con il National Trust, la mostra segue la carriera dell’artista nell’arco di cinque decenni, dai primi successi alla Slade School of Fine Art di Londra, dove la sua «Giuditta con la testa di Oloferne» vinse il Summer Composition Prize del 1929, fino all’esoterismo avanzato degli ultimi anni. Degli oltre 170 dipinti, disegni e scritti in mostra, molti non sono mai stati visti prima.
Tra i ritrovamenti più significativi ci sono gli studi per i dipinti, tra cui «Scilla», realizzati nel 1938 durante l’intenso impegno di Colquhoun con i surrealisti. L’archivio offre nuovi spunti di riflessione sull’uso di processi automatici surrealisti, come il fumage, l’uso di una candela per creare una scia di fuliggine sulla carta, e la decalcomania, per creare un’immagine speculare. Il suo rifiuto del dogma surrealista ne determinò l’espulsione dal gruppo britannico nel 1940, dopo di che Colquhoun divenne uno dei sempre più numerosi artisti che esploravano le idee surrealiste a distanza.
Sebbene continuasse a trascorrere del tempo a Londra, il suo trasferimento nel 1940 a Lamorna Cove, in Cornovaglia, coincise con una maggiore attenzione alle attività occultiste, compresa la pubblicazione di diversi libri sull’argomento.
La mostra si basa su un recente picco di interesse per le artiste surrealiste, tra cui Leonora Carrington e Leonor Fini, e mette in evidenza il legame finora trascurato tra occultismo e Surrealismo. «La maggior parte dei gruppi di artisti di quel periodo pensano a come reinterpretare il mondo, afferma Emma Chambers, cocuratrice della mostra alla Tate Britain. Il Surrealismo è un modo per farlo, le indagini spirituali sono un altro. Ithell Colquhoun non è la sola: fa parte di una vicenda tra le due guerre che riguarda la reinterpretazione del mondo e delle relazioni tra uomini e donne». Oggi, le sue idee sul genere, l’ecologia e la femminilità divina come chiavi per un universo delicatamente equilibrato stanno guadagnando nuova linfa.