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Anna Orlando
Leggi i suoi articoliI due maestri ispiratori dell’Espressionismo europeo del Novecento si incontrano nella mostra «Munch : Van Gogh, due grandi artisti a confronto», aperta dal 25 settembre al 17 gennaio nella rinnovata sede del Van Gogh Museum. Si tratta di una seconda tappa, dopo quella ospitata al Munch Museet di Oslo dal 9 maggio al 6 settembre (cfr. n. 353, mag. ’15, p. 40), ma con alcune varianti, a partire dal maggior numero di opere: 80 dipinti e 30 lavori su carta ad Amsterdam, di cui 42 tra dipinti, disegni, testi e lettere provenienti da Oslo, e 45, perlopiù dipinti, da altre collezioni pubbliche e private.
I curatori olandesi avevano presentato l’idea ai colleghi del Munch Museet di Oslo già nel 2009. Nella lunga gestazione dall’idea fino all’attuale progetto definitivo vi sono stati alcuni episodi che possono spiegare una tempistica così dilatata. In primo luogo il passaggio in asta a New York di una delle quattro versioni note dell’«Urlo» di Munch, venduta dal norvegese Petter Olsen all’americano Leon Black attraverso Sotheby’s nel maggio 2012 per 120 milioni di dollari. Quindi gli alti valori assicurativi, considerato che 87 opere sono prestiti, in parte anche da collezioni private e da altri musei, tra cui il Cincinnati Art Museum, il Musée d’Orsay e il Kröller-Müller.
Fa dunque notizia di per sé l’eccezionale trasferta di una delle due versioni dell’«Urlo» di proprietà del Munch Museet. L’evento, prevedibilmente, farà lievitare il già cospicuo numero di visitatori del Van Gogh Museum (dall’inizio dell’anno a luglio sono stati oltre il milione), chiudendo in bellezza le celebrazioni per i 125 anni dalla morte dell’artista. Inoltre, questa è la prima mostra della Kurokawa Wing accessibile dal nuovo grande ingresso, che sarà aperto al pubblico dal 5 settembre dopo 18 mesi di lavori (cfr. l’articolo a p. 16).
Da più di un secolo, ossia dall’esposizione alla Sonderbund a Colonia nel 1912 di 130 opere di Van Gogh e di 30 di Munch, non si aveva un confronto tra i due così completo e ravvicinato. Anche perché a Colonia ciascun artista aveva le proprie sale, mentre il punto di forza della mostra attuale è l’idea di mettere otto soggetti fianco a fianco. A partire dagli autoritratti per proseguire con la celebre «Notte stellata» del Musée d’Orsay del 1888 con il suo corrispettivo nordico del 1922; il noto «Urlo» del 1893 con «Il ponte a Trinquetaille», dipinto da Van Gogh nel 1888; il tema della mietitura, anch’esso svolto da entrambi in termini pittorici ed espressivi del tutto simili; e così via.
La sola forza delle immagini, ancor più di qualsiasi ragionamento critico, palesa il rapporto tra i due artisti, che, a quanto consta, non si sono mai incontrati in vita, pur essendosi reciprocamente studiati. La forza mediatica dei due colossi dell’Espressionismo ha fatto sì che la mostra trascini l’intera città in un ribollire di proposte, coinvolgendo altre nove istituzioni culturali con film, performance, dibattiti e musica, con l’obiettivo di mettere in evidenza l’influenza che i due maestri hanno ancora in ambito artistico e culturale.
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