Gianfranco Fina
Leggi i suoi articoliCome ogni anno, prima di Natale, i due colossi del mercato internazionale delle aste, Christie’s e Sotheby’s, si misurano in un duello a distanza sul tema dell’arte antica o, come dicono adesso, del «classic style», cioè di quella vastissima area tipologica che spazia dai mobili agli arazzi, dagli argenti alle porcellane, dagli oggetti da collezione alle maioliche d’alta epoca, e molto altro ancora; in parole povere quella che abitualmente si chiama arte decorativa. Christie’s ha inaugurato la serie dedicata ai nostalgici romantici innamorati del passato con la classica «The Exceptional Aale» che presentava 38 lotti, ottenendo un fatturato totale di 7.660.000 euro e un venduto dell’80%, con la media per ogni lotto venduto di 255mila euro; sicuramente un buon risultato con molti lotti che hanno abbondantemente superato le stime della casa.
La migliore performance è stato quella di una coppia di console di provenienza illustre, furono infatti prodotte per il palazzo di San Pietroburgo del conte Alexandre Sergueïévitch Stroganoff (1733-1811), in stile transizione in legno laccato con decorazioni floreali e ricca guarnitura di bronzi dorati, stampigliate da René Dubois e Jean-Jacques Pafrat, ed eseguite verso il 1765, hanno raggiunto la notevole cifra di 2.581.000 euro (diritti inclusi) contro una stima di 400-600mila euro. Anche la coppia di piedestalli attribuiti a Charles André Boulle verso il 1715, caratterizzati dai pannelli concavi intarsiati alternativamente in prima e seconda parte, secondo il classico stile dell’ebanista parigino,ha raggiunto, con i diritti, la cifra di 655,200 euro, superando abbondantemente la base d’asta di 200mila euro, a conferma che i mobili francesi d’altissima qualità non paiono risentire della crisi che investe invece i mobili di categoria inferiore.
Un raro tappeto della Manufacture Royale de la Savonnerie eseguito nell’atelier della collina di Chaillot attorno al 1650-1655, di grandi dimensioni (392 x 246 cm) e in perfetto stato di conservazione, tessuto in lana policroma con una ricchissima decorazione a «millefleurs», partito da una base di 200mila euro ha rapidamente superato le aspettative più rosee, arrivando a 441mila euro con i diritti. La guarnitura di cinque vasi di porcellana policroma della manifattura di Berlino, siglati K.P.M., realizzati in tre grandezze diverse, decorati con vedute di palazzi berlinesi sul fronte dei quattro di dimensioni inferiori e il ritratto a mezzo busto di re Federico Guglielmo III di Prussia su quello più grande, dono che il re stesso fece al conte Karl Friedrich Heinrich von Wylich e Lotum nel 1834, ha di poco superato la stima massima di 300mila euro, arrivando a 315mila euro al martello e 396mila euro con i diritti del 26%. Infine grande competizione per aggiudicarsi la statuetta di un Kiwi, (l’animale non il frutto) realizzata nel 1910 nell’atélier di Fabergé a san Pietroburgo dall’orafo Wigstrom, alta solo 7 cm e realizzata in oro, agata e diamanti. La stima sembrava adeguata dati i tempi e la curiosità dell’oggetto, infatti la Christie’s la proponeva ad una cifra compresa tra i 70 ed i 90mila euro, ma probabilmente molti ricchi collezionisti erano intenzionati a possederla, costi quel che costi. Ebbene è costata la bellezza di 378mila euro.
Tra gli 8 oggetti invenduti figura anche il salotto composto da sofà, 2 poltrone e otto sedie eseguito a Roma, intorno al 1806, dal disegno di Lorenzo e Dionisio Santi, in legno dorato, secondo un perfetto stile impero e appartenuto allo zio di Napoleone Bonaparte, il ben noto Cardinale Fesch e collocato in Palazzo Buffalo, Ferraioli. Forse la stima di 80-120mila era un po’ troppo elevata, ma soprattutto in un’asta farcita di mobili francesi d’alto livello, i mobili impero italiani, ancorché belli e dotati di ottimo pedegree, risultavano poco ambiti. Invece per i tanti collezionisti di cimeli dell’imperatore corso era proposta una ghiottoneria: un piccolo schizzo del piano della battaglia di Rivoli, disegnato dalla mano di Napoleone in esilio a Longwood nell’isola di sant’Elena; stimato 60-80mila euro ha raggiunto «solo» la cifra di 50mila euro, ma che con i diritti d’asta diventa 63mila euro. In conclusione una vendita decisamente positiva, adesso la palla passa alla Sotheby’s con l’asta di Gianni Giordano, a Parigi tra una settimana.
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