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Monira Al Qadiri, «Nawa», 2022

Foto: Tanguy Beurdeley. Courtesy of the artist e Perrotin

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Monira Al Qadiri, «Nawa», 2022

Foto: Tanguy Beurdeley. Courtesy of the artist e Perrotin

Le gallerie italiane puntano su Art Dubai

Più di una dozzina di realtà nostrane affrontano la lunga trasferta confidando in uno degli eventi d’arte contemporanea più importanti dell’Asia occidentale

Monica Trigona

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Dal 18 al 20 aprile si svolge al Madinat Jumeirah Art Dubai, l’importante appuntamento con l’arte in Medio Oriente. Fondata nel 2007, la fiera fa da cassa di risonanza all’economia creativa della Regione, sostenendo realtà e artisti provenienti da aree geografiche non molto conosciute. Oltre 120 gallerie, da più di 50 città, espongono nelle 4 sezioni della rassegna; 30 di esse partecipano per la prima volta. Le aree geografiche più rappresentate sono il Medio Oriente, l’Africa e l’Asia meridionale e occidentale. Tra i nomi internazionali altisonanti si segnalano Bortolami, Galleria Continua, Cristina Guerra Contemporary Art, Perrotin, Almine Rech, Galería Rgr, solo per citarne qualcuno. 

Stupisce la forte presenza italiana in 3 delle 4 sezioni della fiera con: Thomas Brambilla, la già citata Galleria Continua, Cortesi Gallery, Galleria Franco Noero, P420, Pan X, Galleria Studio G7, Pinksummer, Secci, Federica Schiavo Gallery, Holy Club, Immaterika e piXel, quest’ultimi tre nomi nel ramo dedicato al digitale. Le aree tematiche in cui sono divisi gli espositori sono Contemporary, focalizzata sia sui diversi scenari artistici emergenti che sui nomi già consolidati; Bawwaba, curata da Mirjam Varadinis, con 10 presentazioni personali che includono opere d’arte create nell’ultimo anno o concepite per la fiera; Modern, curata da Magalí Arriola e Nada Shabout, che coinvolge maestri influenti del XX secolo della Regione nell’ottica di approfondirne la ricerca e le storie dell’arte poco esplorate; Art Dubai Digital, curata da Gonzalo Herrero Delicado, con una sezione di artisti, collettivi, gallerie e piattaforme pionieristiche che stanno plasmando il mondo dell’arte digitale di oggi. L’obiettivo di questa sezione è proprio indagare come vengono utilizzate le tecnologie avanzate, tra cui l’intelligenza artificiale, la realtà virtuale e aumentata, toccando tematiche urgenti quali le sfide ambientali, sociali e politiche del nostro tempo.

Inoltre il programma di Art Dubai include nuove performance e interventi site specific del messicano Héctor Zamora, che segna l’avvio di una nuova partnership tra Art Dubai e Alserkal Avenue, un’importante commissione digitale dell’artista emiratino Mohammed Kazem, presentata da Julius Baer e installazioni esperienziali che esaminano la trasformazione della natura attraverso la tecnologia e l’esperienza umana, con opere site specific di Ania Soliman e Total Arts at the Courtyard. Da non perdere il Global Art Forum, intitolato quest’anno «The New New Normal», la più grande conferenza artistica del Medio Oriente e dell’Africa, e la seconda edizione del Digital Summit, intitolato «After the Technological Sublime», esteso dibattito con contributi di direttori di musei, curatori, artisti ed esperti che danno forma al panorama globale dell’arte digitale, su come l’arte e la tecnologia stanno affrontando le sfide ambientali, sociali, culturali e politiche. 

Rodrigo Hernández, «Anche di notte», 2022. Courtesy dell’artista e P420, Bologna. Foto: Carlo Favero

Monica Trigona, 16 aprile 2025 | © Riproduzione riservata

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