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«Il doge Francesco Morosini riceve lo stocco ed il pileo nella Basilica di San Marco» (1699) di Alessandro Piazza, Venezia, Museo Correr

@ Fondazione Musei Civici di Venezia

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«Il doge Francesco Morosini riceve lo stocco ed il pileo nella Basilica di San Marco» (1699) di Alessandro Piazza, Venezia, Museo Correr

@ Fondazione Musei Civici di Venezia

Lessico e iconografia della Propaganda barocca

Alessandro Metlica fissa il vocabolario e l’immaginario del Seicento studiando i concetti chiave del rapporto tra potere e cultura

Beatrice Cumino

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Nel suo dipinto del 1699, Alessandro Piazza narra la fastosa celebrazione messa in scena a Venezia nel 1688 per l’incoronazione a Doge del capitano Francesco Morosini, al termine delle sue campagne militari. L’intera città è in festa per il suo rientro e per la vittoria contro gli infedeli in difesa della cristianità. Tappeti, damaschi e bandiere adornano le finestre dei palazzi, le campane di ogni parrocchia risuonano e la riva davanti a San Marco è gremita di persone ansiose di scorgere in lontananza le vele della galera. Morosini viene scortato al suo rientro da dodici barche da parata, riccamente decorate con statue lignee e dorature. Il nuovo Doge sbarca al Lido insieme agli ambasciatori e incontra la Signoria, che lo accoglie con la dovuta deferenza per la sua elezione nella chiesa di San Nicolò, antico luogo di culto e cuore della spiritualità veneziana. La celebrazione è sia politica che religiosa: tutte le campane di Venezia suonano per annunciare il ritorno del capitano, che dopo decenni di battaglie e compromessi ha sconfitto l’Impero Ottomano.

Attraverso questo e altri racconti storici, Alessandro Metlica racconta abilmente il sistema di rappresentazioni artistiche che nel Seicento celebra il potere politico attraverso 10 parole chiave, categorie fondamentali per comprendere il Barocco. Ogni voce del «Lessico» è un breve saggio che, grazie a un approccio multidisciplinare, trasporta il lettore in un viaggio temporale attraverso un’epoca in cui eccesso, apparenza, lusso e grottesco si mescolano con un unico scopo: la legittimazione del potere

Le celebrazioni di Morosini sono una perfetta esemplificazione di ciò che l’autore definisce «Propaganda Barocca» e che distingue il Seicento dal precedente Rinascimento. Nei dipinti di Piazza, così come nei cicli di tele in cui Rubens ritrae Maria de’ Medici, viene narrata un’epoca in cui il sovrano si mette in scena come mai prima d’allora, identificandosi in dèi pagani ed eroi cavallereschi, virtù e imperatori romani, appropriandosi di un capitale simbolico utile alla campagna di manipolazione definibile come propaganda. I regnanti danno corpo fisico al potere con i dipinti e le opere in loro nome, lo plasmano nella rappresentazione assumendo nuove manifestazioni di regalità.

I racconti delle feste e celebrazioni dell’epoca, riccamente descritti dall’autore, ci immergono in un periodo dominato dalla proliferazione dei simboli e dalla retorica del lusso, caratteristiche del Barocco. La festa, insieme alla «Ragion di Stato» e al «Lusso» che manifesta il potere quanto più è ostentato, rappresenta per Metlica l’essenza di questo periodo: una forma di campagna che mira a suscitare passioni, meraviglia e ammirazione, sfruttando il potere dei simboli, spesso legati alla fede e alla devozione. Questo scopo si raggiunge attraverso alcuni degli altri lemmi proposti come elementi principali: il kitsch, un’arte popolare che amplia il pubblico coinvolgendo anche le classi medie; la pirotecnica, con i fuochi d'artificio che ricordano il dominio del re sugli elementi e il potere militare; e il prestigio artistico, che manipola l'immaginazione tramite il fascino dell’arte.

Lessico della propaganda barocca 
di Alessandro Metlica, 160 pp., illustrazioni a colori, Marsilio, Venezia 2022, € 19

La copertina del volume

Beatrice Cumino, 09 ottobre 2024 | © Riproduzione riservata

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