S’intitola «Eterna primavera. Giardini e arazzi nel Rinascimento» la mostra allestita dal 14 dicembre al 16 marzo 2025 nel belga Museum Hof van Busleyden, a cura di Carlotta Striolo, che afferma: «Alla collezione permanente del museo, dedicato al Rinascimento nei Paesi Bassi e al ruolo di Mechelen (Malines) sotto il dominio dei Borgogna e degli Asburgo, appartiene un arazzo di straordinaria fattura che fu del cardinale Antoine Perrenot de Granvelle (1517-86) e raffigura la conquista di Tunisi compiuta da Carlo V nel 1535. Grazie a una collaborazione con il Kunsthistorisches Museum di Vienna, abbiamo riunito il nostro arazzo ad altri quattro provenienti dalle collezioni del cardinale, parte di una serie di sei raffigurante prospettive di giardini, nota come “Le Gallerie”. Una serie monumentale, ricca di dettagli e spunti per comprendere sia il committente sia l’idea di giardino cinquecentesco. L’idea principale della mostra è mettere gli arazzi al centro, fisicamente e concettualmente, facendoli diventare non più sfondo o “tappezzeria”, ma cardine della narrazione. Abbiamo creato uno spazio centrale, un giardino-labirinto circondato dagli arazzi ma accessibile da diversi punti, intorno a cui si snodano le 5 sezioni espositive».
Ecclesiastico e poi consigliere degli Asburgo, ruolo che gli donò una posizione di assoluto rilievo quando reggente dei Paesi Bassi fu nominata Margherita di Parma, Granvelle è il protagonista della prima sezione e viene presentato attraverso dipinti, medaglie e altri oggetti da lui commissionati. Di quest’uomo dalla cultura europea, formatosi all’Università di Padova e stimato connaisseur in ambito artistico, in contatto con il celebre arazziere di Bruxelles Willem de Pannemaker, spicca in mostra un ritratto realizzato da Anthonis Mor, pittore scoperto dallo stesso cardinale e in seguito divenuto ritrattista ufficiale degli Asburgo. Dalle sue collezioni provengono anche i ritratti attribuiti a Tiziano del padre Nicolas (Musée du Temps, Besançon) e di Filippo II (Museo del Prado, Madrid).
La seconda sezione si sofferma sulla fascinazione per l’antichità classica, evidente negli arazzi per l’utilizzo di strutture e decorazioni architettoniche mediate dal Rinascimento italiano, mentre la terza si sofferma sulle rappresentazioni dei giardini nell’arte, con un focus sui Paesi Bassi e sulle stampe dell’artista e architetto Hans Vredeman de Vries. Se la quarta sezione è dedicata al rapporto tra interesse scientifico e rappresentazione artistica durante il Rinascimento, tocca a quella conclusiva indagare i significati simbolici del giardino. «Guardando i giardini di Granvelle, precisa Striolo, quelli reali del suo palazzo di Bruxelles e quelli tessuti, un visitatore dell’epoca avrebbe più di ogni altra cosa visto il giardino come espressione di ricchezza e potere. L’uomo infatti tenta qui di dominare gli elementi cercando di creare un luogo ideale, una primavera eterna che sembra raggiungibile solo nell’arte dato che mentre gli arazzi sono rimasti, i giardini del cardinale sono persi da secoli. Dato infine che una delle missioni del nostro museo è creare un ponte fra Rinascimento e contemporaneità e il tema del dominio dell’uomo sulla natura è quantomai attuale, in mostra presentiamo due mastodontici tappeti dell’artista e attivista ambientale Alexandra Kehayoglou, realizzati nel 2015 per lo stilista belga Dries van Noten e dedicati alle selvagge praterie argentine, e la serie “Garden of Delight” del fotografo e giornalista belga Nick Hannes, che invece esplora la città di Dubai come “non luogo”, bolla d’illusioni create artificialmente».