Una delle poche piacevoli novità del Rome Gallery Weekend, passato senza essere stato notato e subito archiviato senza entusiasmo, è la mostra di Pesce Khete presso la Colli Art Gallery nello spazio intimo e pulito di via di Monserrato. La mostra, che rimarrà aperta sino al 31 luglio, è curata e accompagnata da un testo di Cecilia Canziani e presenta 5 lavori su carta di medie dimensioni dell’artista alla sua seconda esposizione presso Colli.
Il nome di fantasia Pesce Khete si riferisce ad un italianissimo artista nato a Roma nel 1980 (dubito che i genitori abbiano deciso di chiamare un figlio «Pesce») e il titolo dell’esposizione, «Oldies but Goldies» sembra essere stato messo lì un po’ a caso. Ma gli perdoniamo volentieri queste piccole cose perché le opere sono belle e la mostra nel suo insieme funziona e ha una sua coerenza e un grande equilibrio.
L’astrazione dei lavori fa emergere a tratti qua e là elementi che sembrano rimandare a figure vagamente riconoscibili come in uno degli oli «Untitled», del 2024, che sembra raffigurare un cavaliere in groppa ad un pavone. Ma forse siamo noi a vedere qualcosa che l’artista ci ha spinto a immaginare e questa è una delle caratteristiche della sua ricerca: stimolare l’osservatore. È come se Pesce Khete facesse metà del lavoro lasciando il secondo 50% a chi guarda.
La galleria romana, che fin dagli esordi lavora anche con un grande artista del calibro di Enzo Cucchi, ha deciso di raddoppiare aprendo uno spazio a Foligno a partire dal 25 maggio, segno che l’attività di qualità che è stata avviata nel 2015 sta dando buoni frutti.