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Giovanni Fattori, «Marina con barche a Livorno», 1885 ca (particolare)

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Giovanni Fattori, «Marina con barche a Livorno», 1885 ca (particolare)

L’intima poesia che si cela dietro il pionieristico linguaggio di Fattori

La monografica sul maestro macchiaiolo a Palazzo Xnl evidenzia l’equilibrio tra dimensione personale e universale nella sua pittura, considerata moderna sia per la maestria nell’esprimere umanità sia per il nuovo formato longitudinale

Fervono i preparativi per l’inaugurazione della mostra «Giovanni Fattori (1825-1908). Il “genio” dei Macchiaioli» volta a celebrare il bicentenario della nascita di Giovanni Fattori, definito da Lorenzo Viani «il primo naturalista che abbia dato una singolare fisionomia alla pittura italiana». La Fondazione Cassa di Risparmio di Piacenza e Vigevano, promotrice dell’iniziativa, ha messo a disposizione gli eleganti saloni di Palazzo Xnl che, sapientemente ristrutturati dall’architetto Michele De Lucchi, ospiteranno, a pochi passi dalla Pinacoteca Ricci Oddi, l’importante rassegna in corso dal 29 marzo al 29 giugno

Curata da un gruppo di specialisti dell’Ottocento, profondi conoscitori della vasta produzione di Fattori come Fernando Mazzocca e Giorgio Marini, l’esposizione grazie all’ausilio di importanti collaborazioni instaurate con l’Istituto Matteucci e l’Istituto Centrale per la Grafica e al prestito di prestigiose istituzioni museali di tutta Italia, intende documentare la modernità del linguaggio artistico del maestro indiscusso della macchia. L’intera sua produzione, capace di dominare indistintamente i diversi generi dai soggetti risorgimentali ai paesaggi, dai ritratti agli animali, rivela la peculiare maestria nell’esprimere l’umanità e le più autentiche emozioni insite nei diversi temi affrontati. Inoltre, questa spiccata e completa padronanza, restituisce la fisionomia a tutto tondo di un pittore che sia nell’introspezione psicologica del ritratto, sia nell’interpretazione della realtà, esprime una condizione esistenziale di perfetto equilibrio tra dimensione intima e universale. Il percorso espositivo, attraverso una straordinaria selezione di quasi un centinaio di dipinti posti in un illuminante confronto con la produzione grafica, vuole restituire il suo sguardo innamorato e, al contempo, disincantato sull’esistenza, rivelandone l’intima poesia che, nonostante tutto, dietro di lei si cela.

Accorpati per nuclei tematici, i numerosi dipinti sono presentati in una sequenza cronologica suddivisa in sezioni che offre al visitatore la possibilità di seguire l’intera evoluzione creativa della pittura fattoriana: «I soldati del ’59. La nascita della macchia»; «L’epica delle grandi battaglie»; «L’ordinario quotidiano della vita militare»; «I ritratti. L’altra faccia dell’anima»; «En plein air tra la costa livornese e Castiglioncello»; «Intime impressioni di luce» e «Fuga in Maremma alla ricerca dell’autenticità».

Partendo dalle prime ricerche sulla macchia, la documentazione degli eventi bellici passerà dalle piccole impressioni alla raffigurazione solenne ed epica delle grandi battaglie quando, approssimandosi alle soglie del Novecento, determinato a cogliere anche i momenti più intimi della vita di guarnigione, Fattori avrà visto crollare tutti gli ideali risorgimentali. Ad arrecare conforto, tra il decennio Sessanta e Settanta, alla travagliata perdita della prima moglie, sarà la parentesi aurea di Castiglioncello, luogo rigenerante per l’anima e stimolante per l’estro creativo. Qui, in un clima di intensa condivisione con i colleghi artisti, vedranno la luce alcuni degli esempi più emblematici del nuovo formato longitudinale, espressamente coniato per restituire un’ampia visione panoramica. Il contatto con la terra di Maremma, instaurato agli inizi degli anni Ottanta grazie all’ospitalità della famiglia del principe Tommaso Corsini, gli darà nuovo vigore. Attratto dalla vitalità primigenia sprigionata dalla simbiosi fra uomo e animale, continuerà lo studio mai interrotto della figura, trovando proprio nei butteri così come nei cavalli e nei possenti bovi, i protagonisti della propria visione panteista, esponenti di quel poema sconfinato di libertà che è la natura. La portata innovatrice di quella visione troverà conferma nella rilettura critica che dell’opera di Fattori darà il Novecento; una vera e propria rinascita stilistico-iconografica promossa dagli eredi spirituali, in primis Oscar Ghiglia che già nella monografia del 1913, dando spazio soprattutto alle sintetiche tavolette degli anni Sessanta, vi individuerà l’essenza e l’attualità del suo messaggio.

Il catalogo, che ha l’obiettivo di imporsi come vero e proprio strumento di lavoro, è pubblicato da Dario Cimorelli Editore e ospiterà, oltre ai saggi dei curatori, un contributo di Vincenzo Farinella e di Matteo Pavesi e una sezione di apparati elaborata da Stefano Bosi.

Elisabetta Matteucci, 19 marzo 2025 | © Riproduzione riservata

L’intima poesia che si cela dietro il pionieristico linguaggio di Fattori | Elisabetta Matteucci

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