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Lo spettro di Palazzo Fuga

Luisa Martorelli

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Per chi attraversa dall’alto la tangenziale di Napoli, lato Capodichino, l’Albergo dei poveri, ricordato comunemente come Palazzo Fuga, si presenta come un impressionante edificio fatiscente. La struttura a pianta rettangolare, con tre corti, rimase incompiuta dalle origini per opera del suo artefice, Ferdinando Fuga, che ideò il monumento alla metà del XVIII secolo. La sua mole «spettrale» grava non solo sulla coscienza del passato, ma anche sul presente e sull’incerto piano di riconfigurazione funzionale di cui si discute da anni. Il Comune di Napoli, proprietario dell’immobile, ha proposto numerosi progetti, da «Cittadella dei giovani» a luogo, come da vocazione, per finalità sociali di assistenza e di accoglienza. In attesa che l’amministrazione locale si impegni definitivamente sulla destinazione e la gestione da assegnare all’Albergo dei poveri, un team di docenti, ricercatori e progettisti italiani e stranieri è gravitato intorno al complesso monumentale, a partire dal cantiere di restauro attivato dopo il terremoto del 1980 e più intensamente negli ultimi quindici anni. Tra molti, Paolo Giordano, docente presso la Seconda Università Napoli, ha presentato lo scorso febbraio a Palazzo Zevallos il volume sintesi dell’impegno di progettazione compiuto sull’edificio. A fronte delle tre questioni riguardanti il progetto originario, lo stato attuale e il destino prossimo o futuro dell’Albergo dei poveri, il volume risponde in tre capitoli che tracciano il ridisegno del progetto settecentesco, il rilievo grafico e fotografico dello stato di conservazione odierno, l’ipotesi di riconfigurazione finale nel tessuto urbano. Per il primo capitolo, Giordano studia l’edificio settecentesco nella cartografia storica, evidenziandone il tracciato in pianta e in prospetto a confronto con la carta topografica di Giovanni Carafa, duca di Noja, stampata a Napoli nel 1775. Con una serie di rendering restituisce l’ideale rapporto dell’edificio con la città, dando valore alle soluzioni ipotizzate da Fuga, spazi aperti delle corti laterali e spazi interni della chiesa ubicata nel cortile centrale. Il secondo capitolo indaga sullo stato attuale dell’edificio di via Foria, avvalendosi delle fotografie originali di Mimmo Jodice, mentre il terzo capitolo illustra il primo progetto preliminare complessivo, relativo alla riconfigurazione della fabbrica settecentesca, affrontato dall’autore già nel 2002, con una ricca elaborazione di progetti grafici.

L’Albergo dei poveri a Napoli, di Paolo Giordano, fotografie di Mimmo Jodice, 408 pp., ill., La scuola di Pitagora, Napoli 2014, € 120,00

Luisa Martorelli, 29 aprile 2015 | © Riproduzione riservata

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