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Keith Miller
Leggi i suoi articoliIl ritratto di Cecilia Gallerani di Leonardo da Vinci (un tempo una sorta di favorita di Ludovico Sforza di Milano) non è ben documentato. Per più di due secoli, infatti, la sua ubicazione è stata completamente sconosciuta. Il «viaggio straordinario» che Eden Collinsworth pubblicizza nel lungo titolo del suo nuovo libro è quindi, per forza di cose, raccontato solo in parte.
In realtà il ritratto di Cecilia, datato intorno al 1489-91 e solitamente noto come «Dama con l’Ermellino», è una delle opere più prosaiche di Leonardo, sebbene sia splendidamente eseguito, con una precisione quasi olandese. L’immagine della donna che siede con grazia è stata variamente interpretata come un riferimento al nome della famiglia di Cecilia Gallerani (in greco galé significa ermellino), un’allegoria della moderazione, un cenno a un ordine araldico a cui Ludovico era stato ammesso o come una rappresentazione simbolica del suo membro virile (tra le altre teorie).
In ogni caso, sembra che il quadro sia rimasto per un po’ di tempo presso il suo proprietario, ma i dettagli del suo successivo viaggio restano ancora oggi oscuri. Potrebbe essere passato dalla corte dell’imperatore Rodolfo II a Praga intorno alla fine del XVII secolo.
Ad ogni modo, la Collinsworth non si preoccupa troppo di questa parte della storia. La sua attenzione si concentra sul periodo successivo alla ricomparsa del dipinto, nel 1798, quando il nobile polacco Adam Jerzy Czatoryski lo acquistò per la madre in un contesto geopolitico turbolento: l’assorbimento della Polonia da parte delle Grandi Potenze europee nella seconda metà del XVIII secolo e la conseguente diaspora degli aristocratici polacchi a Londra, Parigi e San Pietroburgo; le numerose crisi e i conflitti nel corso del XIX secolo e in quello successivo e, infine, il cataclisma della seconda guerra mondiale.
In tutti questi tumultuosi avvenimenti Cecilia, piccola e preziosa, si ritrova spesso chiusa in una valigia o murata in una cantina: testimone muta di eventi epocali o ostaggio di una fortuna scandalosa.
Sesso e galateo
La Collinsworth è un personaggio di spicco del giornalismo statunitense che ha già scritto, tra le altre cose, di sesso e galateo. In quella che sembra essere la sua prima avventura nella storia dell’arte dichiara, con un particolare tipo di orgoglio, di essere una non specialista. Purtroppo, gli elementi storici e storico-artistici di «What the Ermine Saw» sono pieni di elisioni, semplificazioni eccessive e veri e propri errori («condottiero» invece di «condottiere», per fare un esempio).
Diviene maggiormente sicura quando approda alla parte più nuova del racconto, quella successiva al 1939, quando Cecilia, rubata dai nazisti, viene salvata dalla squadra di recupero di opere d’arte dell’Office of Strategic Service, i cosiddetti «Monuments Men» (io preferisco il termine dei soldati americani «Venus Fixers»), con un piccolo aiuto da parte di una coraggiosa curatrice francese, Rose Valland, per poi diventare una pedina politica nella Polonia della Guerra Fredda (l’ultimo discendente diretto di Adam Jerzy, Adam Karol, lo ha infine venduto al governo polacco nel 2016).
Il libro, a quanto si evince dalla pubblicità, si rivolge a un pubblico generalista, e ai fan del romanzo di Donna Tartt «Il cardellino». In ogni caso, la lettura appare un po’ stramba, come se tutto il libro fosse stato sottoposto a un software di intelligenza artificiale progettato per trasformare l’inglese standard in saggistica storica popolare: dal Leonardo da commedia romantica («Aveva un naso greco perfettamente dritto e occhi profondi e pieni d’anima») passando per una cavalcata di donne «eccezionali», che in storie come questa significa per lo più donne eccezionalmente ricche o snob, fino a una sintassi inutilmente torturata. È un approccio che può trovare estimatori, anche se forse sarebbe stato più adatto a un manierista del XVI secolo, un Parmigianino o un Beccafumi, che al povero Leonardo, con la sua mente luminosa e il suo occhio limpido.
What the Ermine Saw: The Extraordinary Journey of Leonardo da Vinci’s Most Mysterious Portrait, di Eden Collinsworth, Doubleday, 272 pp, 55 illustrazioni, £20.

Ci sono diverse teorie sul simbolismo dell’ermellino nel ritratto di Cecilia Gallerani di Leonardo