La mostra di Marcello Maloberti, allestita al Memoriale della Shoah di Milano dal 23 gennaio al 16 marzo, presenta una selezione di opere originali, che prende spunto dall’installazione permanente dell’artista «Invitami notte a immaginare le stelle», collocata sulla facciata del Memoriale. «L'opera di Marcello Maloberti che accoglie chi arriva al Memoriale, commenta Marco Vigevani, presidente del Comitato Eventi Fondazione Memoriale della Shoah, ci ricorda con questa mostra l’importanza delle parole, viene da dire la loro “aura”, in un momento storico in cui corrono come forse non mai il rischio di perdere di valore. E in questo si ricollega fortemente alla parola chiave “indifferenza”, voluta da Liliana Segre all’ingresso».
Raccogliendo lo spunto di questa prima opera, Maloberti, protagonista della personale «Metal panic» attualmente in corso al Pac, riprende le riflessioni attorno al senso della Memoria e dei luoghi e arricchisce il progetto originale con quattro nuove opere, creando un dialogo con la senatrice Liliana Segre. «Lavorare con la senatrice Liliana Segre è stato per me un grande onore. Abbiamo creato insieme un’opera maestosa per ricordare gli orrori passati e soprattutto per non dimenticarli, affinché questi non vengano mai ripetuti, dice Maloberti. Il risultato è un percorso suggestivo, fatto di domande al visitatore, spunti di riflessione ma anche provocazioni. Il dialogo con il pubblico si conclude con un intervento di Liliana Segre, che sembra quasi una richiesta di «presa in carico» della Memoria, e della Testimonianza, al visitatore stesso alla fine del proprio cammino all’interno del Memoriale, prima di uscire e tornare all’esterno. Fa sì che il visitatore non solo conosca una storia, un luogo, ma ne faccia parte.
«L’arte contemporanea può essere un importante e prezioso strumento di conoscenza. Le opere degli artisti, frutto anche di significative collaborazioni come quella tra Marcello Maloberti e la senatrice Liliana Segre, interpretano e raccontano le tante realtà che ci circondano e nelle quali viviamo. Fare arte oggi significa farsi testimoni di un tempo presente senza tralasciare l’eredità del passato e la responsabilità del futuro, e il Pac, in qualità di istituzione pubblica, segue con convinzione e tenacia questa linea di indirizzo», racconta Diego Sileo, curatore del Pac e della mostra di Maloberti. La mostra è realizzata con il supporto dell’Ambasciata di Germania in Italia, e con la Galleria Raffaella Cortese, Milano-Albisola.