Veduta dell’installazione «Lo spettro di Malthus» (2020) di Marzia Migliora (particolare)

Foto: Renato Ghiazza. Cortesia dell’artista; Museo MA*GA, Gallarate; Galleria Lia Rumma Milano/Napoli

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Veduta dell’installazione «Lo spettro di Malthus» (2020) di Marzia Migliora (particolare)

Foto: Renato Ghiazza. Cortesia dell’artista; Museo MA*GA, Gallarate; Galleria Lia Rumma Milano/Napoli

Migliora: «Il disegno è democratico»

Da The Drawing Hall una mostra dell’artista da sempre impegnata a denunciare le aberrazioni del capitalismo

S’intitola «Paradossi dell’abbondanza» la mostra di Marzia Migliora (Alessandria, 1972) curata da Alberto Fiz e presentato dal 4 ottobre al 17 novembre da The Drawing Hall (via Boschetti 87, capannone 13/B), lo spazio appena fuori Bergamo voluto dal visual designer e fotografo Walter Carrera, dal regista Marco Marcassoli e dall’artista Andrea Mastrovito con l’obiettivo di studiare e valorizzare il ruolo del disegno nell’arte contemporanea. Artista di grande caratura, Marzia Migliora ama servirsi dei media più diversi: fotografia, video, suono, performance, installazione e disegno appunto, che pratica assiduamente da oltre vent’anni: «Lo reputo il mezzo di espressione democratico per eccellenza, afferma l’artista nella conversazione con Alberto Fiz in catalogo, perché accessibile a tutti e perché l’immaginario che attraversa la mente [con esso] può diventare condivisibile all’altro». 

Qui, fra altri suoi lavori su carta, sono esposti due esempi della serie «Paradossi dell’abbondanza», che dà il titolo alla mostra, avviata nel 2017 e ispirata al libro del giornalista inglese Tom Standage An Edible History of Humanity: sono 61, ad oggi, i disegni di questo ciclo, realizzati con le tecniche più diverse, tra cui il monotipo, il frottage e il gyotaku (un metodo tradizionale giapponese di stampa a impressione diretta): «Procedimenti che ho fatto miei in quanto mi permettono di creare un contatto reale e oggettivo tra il soggetto e la sua trasposizione sulla carta», precisa l’artista che, da sempre impegnata a denunciare le aberrazioni del capitalismo, con essi esplora la filiera di produzione del cibo e la sua trasformazione in merce, attraverso un processo fatto di abusi e di sfruttamento tanto dell’essere umano quanto della natura.

Cuore della mostra è la videoinstallazione in realtà virtuale «Lo spettro di Malthus» (2020), esposta solo al MA*GA di Gallarate, ma durante il lockdown, e ora presentata in un nuovo allestimento. Grazie ai visori Vr, i visitatori sono condotti nelle viscere della terra, nelle tre miniere di salgemma, vecchie di sei milioni di anni, tuttora attive in Sicilia a Petralia, Racalmuto e Realmonte. Marzia Migliora conduce l’osservatore in quegli abissi angosciosi, sino alle radici dello sfruttamento delle risorse della Terra, le cui conseguenze sono qui amplificate dai disegni animati che l’artista introduce fra le pareti traslucide di sale.

Per questa mostra The Drawing Hall ha realizzato il «Quaderno n. 9» e, come di consueto, Marco Marcassoli ha girato un documentario, prodotto da Yanzi, in cui racconta il processo creativo dell’artista protagonista. 

Marzia Migliora. Foto: Giovanni De Angelis

Ada Masoero, 02 ottobre 2024 | © Riproduzione riservata

Migliora: «Il disegno è democratico» | Ada Masoero

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