«Le zucche» (1915-16) di Henri Matisse, New York, The Museum of Modern Art (particolare)

© The Museum of Modern Art/Licensed by Scala/Art Resource, Ny. © Succession H. Matisse

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«Le zucche» (1915-16) di Henri Matisse, New York, The Museum of Modern Art (particolare)

© The Museum of Modern Art/Licensed by Scala/Art Resource, Ny. © Succession H. Matisse

Miró e Matisse, una combinazione di brutalità fauvista e poesia interiore

Nella Fundació Joan Miró 180 opere ricostruiscono il rapporto di amicizia e ammirazione tra i due artisti impegnati a emancipare le funzioni dell’arte    

«Per la prima volta una mostra analizza il rapporto di amicizia, rispetto e ammirazione che unì Henri Matisse e Joan Miró, due pittori di generazioni (Matisse era nato nel 1869 e Miró nel 1893) e approcci stilistici diversi, ma che condividevano la stessa riflessione critica sulla tradizione delle immagini nella cultura occidentale e il modo innovativo di rapportarsi con la pittura». Lo afferma Marko Daniel, direttore della Fundació Joan Miró di Barcellona che con Aymeric Jeudy, suo omologo del Musée Matisse di Nizza, ha lavorato quattro anni a un progetto di ricerca che vede la luce in forma di mostra con la curatela dello storico dell’arte Rémi Labrusse. La mostra, «MiróMatisse: Oltre le immagini», dal 25 ottobre al 9 febbraio 2025, riunisce nella fondazione barcellonese circa 180 opere, di cui 60 prestate da musei internazionali. 

«Abbiamo ottenuto prestiti eccezionali come, dal Museo di Grenoble, un ritratto che Matisse fece di sua moglie Marguerite intenta a leggere, “Le zucche” di Matisse e la “Natura morta II (la lampada a carburo)” di Miró entrambe del MoMA di New York, e il celebre “Natura morta. Interno rosso di Venezia” di Matisse che proviene dai Musei Reali di Belle Arti del Belgio di Bruxelles», afferma Daniel, ricordando che era dalla mostra che il Museo Thyssen di Madrid gli dedicò nel 2009 che non si vedevano così tante opere di Matisse in Spagna. È la prima volta che una mostra analizza i rapporti profondi e duraturi tra i due artisti, a partire dalla loro concezione dell’arte. «Il titolo allude alla visione della pittura che entrambi, per utilizzare l’espressione di Miró, “volevano assassinare”. Indipendentemente dal linguaggio differente, uno veniva dall’ambiente fauvista e l’altro da quello surrealista, condividevano l’ansia di travalicare limiti e cercare nuovi modi per trascendere la rappresentazione», spiega il direttore che, a partire dalla biografia dei due artisti, si concentra su alcuni incontri, un’intensa corrispondenza e un fatto insolito e singolare: il legame tra i due attraverso il figlio di Matisse, Pierre, che fu mercante di Miró. 

«Nel 1934 Pierre Matisse diventa il rappresentante di Miró e sappiamo che chiedeva al padre di andare a vedere le opere del “giovane artista catalano” e di scegliere quelle che considerava migliori», rivela Daniel, citando lettere ad amici comuni, come il poeta Louis Aragon, in cui Henri Matisse asserisce che Miró è uno dei «pittori viventi» che più ammira. Da parte sua, Miró vedeva in Matisse una figura di riferimento nella sua ricerca di un linguaggio visivo che combinasse la brutalità fauvista con la poesia interiore. «Vogliamo sottolineare i punti di contatto e gli interessi comuni. Amavano il paesaggio mediterraneo della Catalogna con la sua luce, i suoi colori e la forza della natura, anche se ognuno lo rappresentava a modo suo», annota Daniel, alludendo a «Collioure in agosto» di Matisse, prestato da una collezione privata svizzera, e «Cambrils, la spiaggia» di Miró, di proprietà della Collezione Nahmad. Tra le altre opere importanti spicca un nudo di Matisse e, dello stesso autore, i disegni per il progetto delle vetrate della Cappella del Rosario delle suore Domenicane di Vence (1948) e i bozzetti per le vetrate della Cappella Reale di Saint-Frambourg di Senlis (1976) di Miró. Dell’artista catalano sono esposte anche diverse illustrazioni per il celebre libro di Paul Éluard À toute épreuve

«Natura morta II (la lampada a carburo)» (1922-23) di Joan Miró

Roberta Bosco, 23 ottobre 2024 | © Riproduzione riservata

Miró e Matisse, una combinazione di brutalità fauvista e poesia interiore | Roberta Bosco

Miró e Matisse, una combinazione di brutalità fauvista e poesia interiore | Roberta Bosco