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Musei americani: una radiografia etnica e di genere

Julia Halperin

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I musei statunitensi hanno fatto progressi significativi verso l’equilibrio di genere ma poca strada nel creare organici etnicamente diversi, secondo un’indagine pubblicata a fine luglio dalla Andrew W. Mellon Foundation. L’organico medio di curatori, docenti, conservatori e massimi dirigenti amministrativi dei musei è per l’84% bianco.

L’indagine, rivolta la scorsa primavera a 181 musei in collaborazione con l’Association of Art Museum Directors (AAMD) e l’American Alliance of Museums (AAM), costituisce il primo studio completo della composizione etnica e di genere dei dipendenti dei musei statunitensi. (I ricecatori intendevano anche analizzare gli aspetti demografici dei componenti dei consigli direttivi dei musei, che sono responsabili della nomina dei direttori e delle scelte politiche e di priorità. Ma il tasso di risposta è stato così basso che i dati sono stati considerati non rappresentativi.)

I ricercatori hanno messo in luce come l’organico dei musei sia, in media, costituito al 60% da donne. Nei ruoli di curatore, conservatore, docente e in altri ruoli dirigenziali, le donne sono particolarmente ben rappresentate. Esse costituiscono più del 70% dei dipendenti di questi dipartimenti, che spesso costituiscono la via d’accesso alla dirigenza e alle posizioni amministrative di più alto livello.  
 
Lo stesso profilo di carriera non si riscontra per le minoranze storicamente sottorappresentate, ha rilevato l’indagine. Le minoranze costituiscono il 28% degli organici museali, la maggior parte di esse opera nei servizi di sicurezza, amministrativi e delle risorse umane. Solo il 4% dei curatori, docenti, conservatori e dirigenti amministrativi sono afroamericani; il 6% sono asiatici; il 3% ispanici; il 3% sono multirazziali. Delle 17 categorie professionali incluse nell’indagine, gli archivisti sono i meno diversificati — circa il 90% sono bianchi.



Julia Halperin, 13 agosto 2015 | © Riproduzione riservata

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