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Un render dell’interno del Museo dell’Emigrazione Italiana

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Un render dell’interno del Museo dell’Emigrazione Italiana

Musei per emigranti, città e cantautori, tra mare e caruggi

Nel capoluogo ligure sono in via di realizzazione nuove istituzioni per memorizzare la genovesità

Pierangelo Campodonico

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Genova ha una storia complessa e un patrimonio articolato. Poco conosciuta, spesso affascina il visitatore per il paesaggio urbano, i «caruggi», i palazzi, i moli riportati alla vita dal waterfront disegnato da Renzo Piano. Il Museo della Storia della Città nasce nelle intenzioni del sindaco Marco Bucci per rispondere a un’esigenza diffusa presso un pubblico cosmopolita e in crescita: «spiegare» una città, introdurre il turista (ma anche il cittadino) a una diversa comprensione della storia locale e dello sviluppo urbano.

La sede scelta è un luogo strategico e iconico: la cinquecentesca Loggia della Mercanzia, detta «dei Banchi» perché affaccia sull’omonima piazza dove sorgevano i banchi dei cambiavalute genovesi, vitale luogo di raduno del mondo mercantile per secoli e strategico nel centro storico genovese, uno dei più grandi d’Europa. Per questo particolare spazio, nato come un «loggiato» aperto e poi trasformato in Borsa Merci nell’Ottocento, è risultato vincente il progetto dello Studio Migliore-Servetto di Milano, che ha lavorato in collaborazione con lo studio Go-Up di Genova e i curatori dei Musei Civici.

L’idea portante è stata di inserire nel grande spazio una struttura scenica ed espositiva, atta a valorizzare la dimensione pubblica del sito. La struttura, pensata a gradoni, esprime l’esperienza della città che sale dal mare verso le colline allargando l’orizzonte e il punto di vista. All’ingresso vi sarà una «stanza delle meraviglie», una vetrina-scaffale, in parte fatta di oggetti fisici e in parte di inserti multimediali, che espone dettagli, particolari, repliche delle collezioni della città anche per rimandare a esse.

Il percorso porta quindi a visitare la timeline, cui segue lo spazio espositivo che consta di una struttura cellulare, dove, in un continuum temporale dalle origini alla contemporaneità, il visitatore troverà una selezione di opere e reperti delle collezioni pubbliche, in una sorta di conchiglia. Si potrà salire poi al terzo spazio, per godere della parte multimediale della visita: filmati proiettati di fronte alla gradonata e lo sviluppo della «forma urbis» della città, mediato attraverso un plastico interattivo e multimediale.

L’apertura al pubblico della struttura è prevista per gli inizi del prossimo anno. Nella primavera dello stesso 2022 è prevista l’apertura anche del MEI, Museo dell’Emigrazione Italiana, che nasce dall’accordo tra il Ministero della Cultura, Regione Liguria e Comune di Genova. Il museo sarà qui, perché qui l’organizzazione della migrazione ha avuto il suo centro: le reti degli «agenti d’emigrazione» facevano capo agli armatori locali e la grande marineria ligure ebbe modesti inizi nell’Ottocento proprio trasportando emigranti.

Anche in questo caso la sede è significativa: la Commenda di Prè, un «ospitale» del 1171 dove nel Medioevo sostavano i pellegrini. Il percorso espositivo, espressione di un lavoro comune tra i progettisti della Cooperativa Gnosis di Napoli, guidata da Francesco Buonfantino e i curatori del Mu.MA, Musei del Mare e delle Migrazioni, si snoda dentro la struttura medievale valorizzando ogni angolo, con un approccio fortemente multimediale e interattivo. Quest’ultimo viene garantito dall’intervento di ETT che ha progettato nuove sale allestite con schermi touch, totem interattivi, filmati a parete, nonché proiezioni su tavolo, oltre a un ambiente con attività di gamification e un exhibit immersivo circolare.


Una casa per cantautori
«Sarà una casa “viva” dove riecheggerà musica: viva per l’impostazione interattiva e multimediale, per il pubblico che vuole richiamare, perché pensata come passaggio di testimone per le nuove generazioni che successivamente, nella parte della chiesa da restaurare, potranno formarsi, provare, esibirsi; viva per la curiosità che certi oggetti esposti sanno ancora accendere», afferma Ilaria Cavo, assessore alla Cultura e alle Politiche Giovanili di Regione Liguria.

Con una dotazione complessiva di oltre 6 milioni di euro da parte del MiC, il progetto ideato e coordinato da Regione Liguria, in accordo con il Comune, farà dell’Abbazia di San Giuliano sul lungomare di corso Italia, nei pressi del futuro waterfront di Levante a cui è al lavoro l’amministrazione Bucci, un nuovo polo culturale dedicato alla musica dei grandi autori della canzone italiana che preserverà tuttavia la conservazione del complesso religioso.

Il progetto vuole esporre, ricordare e soprattutto dimostrare come dalla canzone «genovese» dell’immediato secondo dopoguerra il fenomeno cantautorale ligure sia fiorito aprendo rapidamente la strada al fenomeno nazionale che in Liguria aveva le sue radici. La funzione della «Casa» è duplice: una espositiva, ove ripercorrere in modo interattivo il repertorio e la biografia dei cantautori anche con gli oggetti in possesso delle famiglie o delle fondazioni e una formativa, con corsi legati alle nuove professioni della musica. L’apertura è prevista per il 2023. [Anna Orlando]
 

Un render dell’interno del Museo dell’Emigrazione Italiana

Pierangelo Campodonico, 13 agosto 2021 | © Riproduzione riservata

Musei per emigranti, città e cantautori, tra mare e caruggi | Pierangelo Campodonico

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