C’è l’acqua, impetuosa, e c’è la folgore; c’è il fuoco e c’è la lava; c’è l’oro liquido, ribollente, e c’è il fumo: nella gran sala del Broletto, sede nel Medioevo del Comune di Como, sei grandiosi «portali» tecnologici presentano i punti cardinali dell’universo creativo di Fabrizio Plessi (Reggio Emilia, 1940; vive e lavora a Venezia). Di qui il titolo, «Tuttoplessi», del grande progetto espositivo ideato espressamente per questo luogo, che dal 5 ottobre al 17 novembre illumina con i suoi bagliori l’oscurità di quello spazio carico di storia. Curata da Paolo Bolpagni e Giovanni Berera con Ilaria Bignotti e Voxel Studio, la mostra, commenta Paolo Bolpagni, è fatta di «narrazioni di verità mitiche, di archetipi, al contempo strumenti gnoseologici che ci parlano di noi e della natura, e di noi in quanto natura». Sono elementi primari e primordiali in perenne trasformazione e carichi di simbologie sin dai tempi più remoti, che Plessi, pioniere della Videoarte a livello internazionale, restituisce avvalendosi di una tecnologia sofisticata, in un cortocircuito che disorienta e affascina. Come spiega lui stesso, «da questo “scontro” solo apparente di sostanze così diverse, da queste “convivenze impossibili” tra povertà del naturale e ricchezza cangiante dell’elettronico, [...] da tutti questi “diversi possibili”, sono nati nel corso degli anni molteplici, infiniti progetti, perfettamente studiati e rappresentati, moltissimi dei quali ancora non realizzati».
L’operazione, che è stata organizzata (con il Comune di Como) da Fondazione Como Arte Ets, cui già si devono le mostre di Villa Olmo «Metamorphosis» e «Cosmos. The Volcano lover», inaugura il programma con cui la Fondazione intende portare in città altri protagonisti del panorama nazionale e internazionale: come Plessi appunto che, videoartista dagli anni Settanta, ha partecipato alla Biennale di Venezia, a documenta di Kassel e a mostre nei maggiori musei del mondo (per tutti, il Centre Pompidou di Parigi, il Guggenheim di New York e Bilbao, le Scuderie del Quirinale di Roma, il Martin Gropius Bau di Berlino, l’Ivam di Valencia, il MoCA di San Diego, il Kunsthistorisches di Vienna) e si è confrontato, con opere site specific, con siti «temibili» come Piazza San Marco a Venezia, la Valle dei Templi di Agrigento, la Lonja di Palma de Maiorca, la Sala dei Giganti di Palazzo Te a Mantova, le Terme di Caracalla a Roma, il Parco Archeologico di Brescia romana. Mentre nel novembre 2013 ha inaugurato al Passo del Brennero il Plessi Museum, opera di architettura, scultura e design integrata nel paesaggio naturale.