«Alpküche (Cucina alpestre)» (1918) di Ernst Ludwig Kirchner, Madrid, Museo Nacional Thyssen-Bornemisza

© Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, Madrid

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«Alpküche (Cucina alpestre)» (1918) di Ernst Ludwig Kirchner, Madrid, Museo Nacional Thyssen-Bornemisza

© Museo Nacional Thyssen-Bornemisza, Madrid

Nelle montagne svizzere Kirchner combatté le proprie angosce

Nel Lac di Lugano un allestimento con prestiti internazionali per un focus tematico sul gruppo «Rot-Blau»

Cerniera tra il Nord e il Sud d’Europa, posto com’è a mezzogiorno delle Alpi e beneficiato da un clima mite, sin dalla metà dell’800, quando si costituì lo Stato federale, il Canton Ticino prese a richiamare artisti, collezionisti, mercanti d’arte e studiosi, che vi si stabilirono, incidendo sulla sua arte. Muovendo da queste premesse, il Museo d’arte della Svizzera italiana-Masi, presenta dal 17 novembre al 23 marzo 2025, nella sede del Lac a Lugano, la mostra «Ernst Ludwig Kirchner e gli artisti del gruppo Rot-Blau», curata da Cristina Sonderegger, che, avvalendosi di importanti opere in prestito (dal Museo Nacional Thyssen-Bornemisza di Madrid alla Kunsthaus Zürich), l’ha concepita come focus tematico all’interno della sezione della collezione permanente del Masi intitolata «Sentimento e Osservazione. Arte in Ticino 1850-1950». 

Maestro dell’Espressionismo, Ernst Ludwig Kirchner (Aschaffenburg, Germania, 1880-Davos, Svizzera, 1938), tedesco di nascita ma vissuto lungamente (e morto suicida) in Svizzera, fondò nel 1905 con Fritz Bleyl, Erich Heckel e Karl Schmidt-Rottluff il gruppo d’avanguardia «Die Brücke» (Il ponte), che praticava una pittura antiaccademica, capace di esprimere l’interiorità attraverso prospettive distorte, linee brutali e colori tanto innaturali quanto espressivi.

Fra i lavori della collezione permanente del Masi, la mostra presenta dieci sue importanti e rare opere del periodo in cui visse nei Grigioni, dove arrivò nel 1917 da Berlino. Dopo l’aspra, sconvolgente pittura degli anni berlinesi, giunto fra quelle montagne maestose con il suo carico d’angoscia, aggravato dall’esperienza della guerra, Kirchner schiarì e illuminò la sua tavolozza e, dopo la convulsa vita di città, le prostitute livide, i rumorosi cabaret, prese a dipingere i monti e le foreste circostanti, la vita alpestre, i contadini. Benché Davos fosse già allora un luogo di grande mondanità, lui scelse una vita di solitudine, occupandosi solo della sua arte, ma diventò presto il punto di riferimento per gli artisti, basilesi ma di stanza in Ticino, del gruppo «Rot-Blau», con le cui opere del museo luganese sono esposte qui le sue. Tra il 1924 e il 1926 Hermann Scherer, Albert Müller e Paul Camenisch, i fondatori del gruppo, frequentarono infatti con assiduità l’artista, che divenne il loro modello nella rappresentazione dell’incontaminata vita alpestre.

I dipinti di Kirchner in mostra sono stati selezionati fra quelli presentati in due mostre (la collettiva alla Kunsthalle di Basilea nel 1923 e la personale al Kunstmuseum di Winterthur nel 1924) che, pur discusse, fecero conoscere in Svizzera il suo lavoro, purtroppo ben presto conosciuto anche dai nazisti, che nel 1937, a Monaco, esposero ben 33 sue opere (fra le quali «Bauernmittag-Il mezzogiorno dei contadini», in mostra) nella famigerata mostra dell’«Arte degenerata», l’Entartete Kunst. Quelle erano solo una minima parte, però, delle 639 che gli confiscarono, aggravando drammaticamente il suo disagio mentale e inducendolo al suicidio.

«Waldlandschaft mit Bach» (Paesaggio boschivo con ruscello; 1925-26) di Ernst Ludwig Kirchner, Zurigo, Kunsthaus

Ada Masoero, 15 novembre 2024 | © Riproduzione riservata

Nelle montagne svizzere Kirchner combatté le proprie angosce | Ada Masoero

Nelle montagne svizzere Kirchner combatté le proprie angosce | Ada Masoero