Pioniera in Italia fra le realtà che offrono servizi ai collezionisti privati e istituzionali, Open Care (un tempo nota con il marchio storico di Frigoriferi Milanesi) ha costantemente ampliato la sua offerta, aggiungendo ai caveau e depositi (anche per vini e fashion) con sale per la visione delle opere, una logistica specializzata, un reputatissimo dipartimento di conservazione e restauro, supportato da un avanzato laboratorio di diagnostica, per ogni tipo di bene collezionistico e i servizi dedicati all’art advisory, come la valutazione, a scopo di bilancio o assicurativo, di collezioni istituzionali e private, il «Curated Collecting», per chi voglia creare collezioni «su misura» o arricchirle, e il «Full Care eredità», per risolvere problemi successori spesso assai spinosi.
A questi ambiti si è aggiunto di recente il nuovo servizio di vendite in trattativa privata «Collezioneprivata.it», sito su cui Open Care presenta una selezione delle opere di proprietà privata che le sono state affidate, o sono disponibili per la vendita, e che consente al tempo stesso di ricercare opere specifiche nella rete dei moltissimi collezionisti che a Open Care fanno riferimento. A gestire le operazioni, che possono riguardare singole opere o intere collezioni, sono gli esperti senior di Open Care, figure di lunga esperienza, dai curricula nazionali e internazionali, che vagliano e selezionano (per qualità, importanza storica e prolungata assenza dal mercato) e poi valutano le opere prescelte e, d’accordo con la proprietà, le pubblicano sul sito con tutte le informazioni necessarie, presentandole nei caveau di Open Care a chi sia interessato all’acquisto.
Nel caso che invece giudichino più conveniente per quel bene una vendita all’asta, seguono tutti passaggi necessari all’operazione, negoziando le condizioni migliori per il collezionista. A presentare «Collezioneprivata.it», il 15 aprile scorso, nella sede di via Piranesi 10 a Milano, è stato Fernando Mazzocca (con Lorenzo Bruschi, direttore Open Care Art Advisory), che ha inaugurato il ciclo degli «Incontri d’Arte» destinati a collezionisti, professionisti e appassionati, ognuno connesso all’autore dell’opera proposta.
In questo caso si trattava del pittore Natale Schiavoni (Chioggia, 1777-Venezia, 1858), artista molto apprezzato prima a Trieste poi, tra il 1808 e il 1815, a Milano, dove diventò miniatore della Corte napoleonica di Eugenio di Beauharnais per essere in seguito chiamato dall’imperatore Francesco I a Vienna, dove riscosse un grande successo. A lui si deve l’olio su tela «Donna ammiccante» (1847, 73 per 60 centimetri), un tema fortunato che Schiavoni ripeté in almeno altri due dipinti, uno dei quali di proprietà del Museo Revoltella di Trieste, e che riprese in altre composizioni analoghe, abitate da figure femminili altrettanto maliziosamente seducenti.
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