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È in arrivo una nuova collezione d’arte: virtuale, e molto suggestiva. Parliamo della piattaforma artistica VR Today Is Not Today, che debutta in collaborazione con l’Archivio Vincenzo Agnetti, la Fondazione Piero Manzoni e l’Associazione Paolo Scheggi, provando come le nuove tecnologie possano permettere l’accesso a opere di autori visionari che, in mancanza degli strumenti necessari quando furono concepite, trovano ora una realizzazione grazie alla Realtà Virtuale. Artefice del progetto è Scena Urbana, lo studio creativo di Anna Berna, content coordinator, Dario Pasotti e Elena Lazzarini, 3d VR contents creator, con la direzione scientifica di Marco Senaldi e con il supporto di Regione Lombardia attraverso Innovacultura, Fondazione Cariplo, Unioncamere Lombardia.
Dopo essere state mostrate in anteprima a giugno, nel Museo del Novecento di Milano, le prime due opere della collezione possono ora essere acquistate sul sito web www.todayisnottoday.com e scaricate come app direttamente in visore con Meta Horizon Store. Si tratta delle opere «Il Labirinto» (1960) di Piero Manzoni (1933-63), realizzato in collaborazione con la Fondazione Piero Manzoni, diretta da Rosalia Pasqualino di Marineo, e «Il Tempio. La Nascita dell’Eidos» (1971) di Vincenzo Agnetti (1926-81) e Paolo Scheggi (1940-71), realizzato con l’Archivio del primo, presieduto da Germana Agnetti, e l’Associazione intitolata al secondo, presieduta da Cosima Scheggi Merlini e curata da Ilaria Bignotti. Entrambi furono concepiti, profeticamente, agli esordi della cibernetica e degli elaboratori elettronici, ma non poterono essere realizzati. Da settembre, il pubblico potrà partecipare all’esperienza nelle sedi dell’Archivio Vincenzo Agnetti, della Fondazione Piero Manzoni e dell’Associazione Paolo Scheggi, prenotandosi ai rispettivi siti internet: www.vincenzoagnetti.com; www.pieromanzoni.org; www.associazionepaoloscheggi.com.
Sul «Labirinto», Piero Manzoni, studioso di psicologia e del pensiero di Jung, ha lasciato queste righe: «Lo spettatore entrerà in una specie di labirinto, composto da molte celle più o meno grandi, controllate da un cervello elettronico. Il “soggetto” è lo spettatore stesso (la sua struttura psichica). Secondo le sue reazioni verrà indirizzato autonomamente piuttosto verso un itinerario che un altro, itinerario che solleciterà in lui differenti sensazioni, secondo la scelta inconscia che egli stesso farà». Di qui Scena Urbana ha sviluppato una sequenza di «escape room» virtuali in cui il visitatore compirà delle scelte (inconsapevoli) di percorso che delineeranno il suo profilo psicologico. Più articolato il progetto di «Il Tempio. La Nascita dell’Eidos», dove l’Eidos (Forma essenziale) si rifà alla filosofia fenomenologica, allora molto presente nel dibattito artistico. Non si poté realizzare nemmeno questo ma lo si è potuto fare ora con la VR, in un’opera enigmatica e coinvolgente sul piano emotivo, densa di anticipazioni di un futuro per noi ormai presente, come la presenza di una moneta virtuale che non può non far pensare alle criptovalute. Un percorso da esperire, indossando il visore, come mai prima d’ora si era potuto fare.

Vincenzo Agnetti e Paolo Scheggi, «Il Tempio». Immagine tratta da produzione VR per Today is not Today
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