Image

Verifica le date inserite: la data di inizio deve precedere quella di fine

Image

Una veduta del Teatro Garibaldi di Palermo

Image

Una veduta del Teatro Garibaldi di Palermo

Nuova vita per il Teatro Garibaldi di Palermo

La Fondazione Studio Rizoma si farà carico dei lavori di ristrutturazione dell’immobile, del giardino interno, degli spazi esterni e del boookshop con caffetteria

Giusi Diana

Leggi i suoi articoli

Il 19 dicembre il Consiglio comunale di Palermo ha approvato la delibera che, attraverso un partenariato della durata di otto anni, consentirà alla Fondazione Studio Rizoma di riaprire con un programma pluriennale a gestione partecipata il Teatro Garibaldi, dopo anni di chiusura, facendosi carico dei lavori di ristrutturazione dell’immobile, del giardino interno, degli spazi esterni e del boookshop con caffetteria. Per il primo anno sono previsti 200mila euro destinati agli interventi più urgenti, tra cui la messa in sicurezza del tetto e la riqualificazione del giardino, che diventerà un orto urbano. Negli anni successivi, la gestione potrà contare su 150mila euro l’anno, destinati sia alla manutenzione sia alle attività culturali, finanziati tra gli altri anche da Allianz Foundation.

Inaugurato nel 1861 da Giuseppe Garibaldi, il teatro sorge al centro della Kalsa, che per lungo tempo è stato uno dei quartieri più malfamati della città e che da alcuni anni è invece al centro di una rinascita a base culturale grazie a cospicui investimenti privati. Dopo Palazzo Butera, restaurato e trasformato in sede della prestigiosa Collezione di Francesca e Massimo Valsecchi, e Palazzo Forcella De Seta, prossima prima sede italiana della galleria internazionale Hauser & Wirth, il Teatro Garibaldi, chiuso da anni dopo essere stato nel 2018 quartier generale di Manifesta 12, si appresta a collocarsi in questa nuova mappa cittadina, che ha tra i suoi punti di forza anche la vicinanza con il lungomare e l'Orto Botanico.

La sua storia è emblematica: abbandonato, vandalizzato, restaurato, chiuso, occupato da lavoratori dello spettacolo e riaperto diverse volte nel corso degli ultimi quarant’anni, il Teatro Garibaldi è il simbolo del rapporto conflittuale che la città ha con l’arte, mai forse veramente compresa nel suo potenziale trasformativo. Si pensi alla memorabile trilogia shakespeariana diretta dal regista Carlo Cecchi che negli anni ’90, all’indomani delle stragi di Capaci e via D’Amelio, lo trasformò in un’eccellenza italiana. Il racconto di quella stagione è in un libro di Matteo Bavera, a lungo direttore artistico del teatro: Amleto va alla Kalsa, con prefazione del compianto Goffredo Fofi (minimum fax, 2025). Innumerevoli i protagonisti delle sue tante vite, ma adesso sembra aprirsi una nuova pagina, dove gli investitori sono soprattutto gli stranieri interessati alla posizione strategica di Palermo come avamposto europeo nel Mediterraneo.

Anche la Fondazione Studio Rizoma nasce da queste premesse, per iniziativa di European Alternatives organizzazione che ha ideato Transeuropa Festival (tenutosi in città nel 2019), una rassegna di cultura, arti e politica curata da Lorenzo Marsili (direttore del Berggruen Institute Europe e fondatore di European Alternatives), che si svolge a cadenza biennale in una diversa città europea. Così spiega la Fondazione: «Il Teatro Garibaldi non è per noi un contenitore da riattivare, ma un organismo da rimettere in relazione. Un luogo da abitare con rispetto, con pratiche artistiche, di ricerca e di formazione; un presidio culturale capace di accogliere linguaggi contemporanei, attraversamenti disciplinari e comunità diverse. Un teatro pensato non solo per la scena, ma per il lavoro quotidiano, per il tempo lungo, per l’ascolto». 

La Fondazione nata a Palermo nel 2020 è un hub transnazionale con sede a Palermo che sviluppa produzioni artistiche, ricerca e attivismo politico attraverso un programma pluriennale, con borse di studio e residenze. In questi cinque anni di presenza in città ha realizzato diversi progetti pluriennali tra cui «Rhizome Cities» e il festival Between Land and Sea, finanziato da Kulturstiftung des Bundes e dal programma Creative Europe dell’Unione Europea, con ulteriore sostegno da parte di Allianz Kulturstiftung, Goethe-Institut Palermo e Rosa Luxemburg Stiftung Tunis.

Il sindaco Roberto Lagalla e l’assessore comunale alla Cultura Giampiero Cannella hanno dichiarato: «L’approvazione del partenariato, oltre a essere una scelta importante e lungimirante consentirà di restituire alla città un luogo simbolico della sua storia culturale e di avviare un progetto di grande valore per il quartiere della Kalsa e per l’intero centro storico. Questo a conferma di una visione condivisa di sviluppo culturale e rigenerazione urbana, fondata sulla collaborazione tra istituzioni pubbliche e soggetti qualificati del mondo culturale...».

Una veduta del teatro Garibaldi durante Manifesta 12

Giusi Diana, 31 dicembre 2025 | © Riproduzione riservata

Altri articoli dell'autore

Si è tenuta oggi, 17 dicembre, la conferenza stampa di presentazione del programma «Portami il futuro», che comincerà nel giorno dell’anniversario del terremoto che distrusse la città nel 1968

Dopo Claire Fontaine, Yuri Ancarani, Paolo Pellegrin, Francesco Vezzoli e Loredana Longo, nel Dipartimento di Giurisprudenza dell’Universita di Palermo arriva l’artista rumeno

Sarà nel neogotico Palazzo Forcella De Seta, già sede di Manifesta 12 e negli anni Quaranta della prima galleria privata della città. Se non verrà esercitato il diritto di prelazione pubblica per l’edificio, vincolato, potrebbe aprire nel 2030

L'artista nelle vesti di scrittore di una vivace memoria privata, dove le figure sono «una sorta di punteggiatura che l’autore intende tenere per sé»

Nuova vita per il Teatro Garibaldi di Palermo | Giusi Diana

Nuova vita per il Teatro Garibaldi di Palermo | Giusi Diana