«The Family» (1988) di Paula Rego

© Private Collection. Cortesia di Eykyn Maclean

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«The Family» (1988) di Paula Rego

© Private Collection. Cortesia di Eykyn Maclean

Paula Rego ha sempre sostenuto le donne

Nel Kunstmuseum la prima grande mostra postuma dell’artista, attivista e femminista anglo-portoghese

Con la grande mostra curata da Eva Reifert «Paula Rego. Giochi di potere» dal 28 settembre al 2 febbraio 2025 2025 il Kunstmuseum è il primo museo di un Paese di lingua tedesca a dedicare una grande retrospettiva all’artista anglo-portoghese. Si tratta peraltro del primo progetto espositivo completo tributatole dopo la morte, avvenuta a Londra nel 2022. «Paula Rego si è imposta come una delle pittrici figurative più caleidoscopiche e singolari degli ultimi decenni, afferma Reifert. Attivista, femminista e creatrice di immagini sontuose e inquietanti, ha esercitato un’influenza palpabile sulla scena artistica del natio Portogallo e della Gran Bretagna, suo Paese di adozione. Morendo ha lasciato un corpus di opere considerevole che riflette il suo interesse nell’investigare “giochi di potere e gerarchie”, uno dei temi che ha sempre dichiarato di preferire». 

Ad alto e spesso disturbante impatto figurativo, la mostra presenta circa 120 dipinti e pastelli di grande formato, oltre ai celebri bonecos (installazioni-fantoccio), piastrelle e stampe. Strutturata tematicamente, la mostra dedica la prima parte alla giovane artista (nata a Lisbona nel 1935) alle prese con le dinamiche familiari e la dittatura di Salazar, per poi focalizzare nella seconda parte alcuni momenti-chiave della sua carriera come la decisa presa di posizione contro la legislazione restrittiva sull’aborto in Portogallo e la partecipazione britannica alla guerra in Iraq. Al centro della sua opera appare la donna, da sempre vittima di abusi e sopraffazioni ma anche protagonista non convenzionale di opere in cui deliberatamente infrange i limiti. 

«Atteggiamenti e pose con cui Rego rappresenta le donne attestano le tensioni interne ed esterne per le quali soffrono, precisa Reifert. Nelle sette opere della serie “Possession” (2004), una depressione da incubo sembra gravare sul corpo, rendendolo completamente passivo. Nella serie “Abortion” (1998-99) invece, l’artista esprime la sua protesta contro le leggi restrittive del Portogallo, dove le donne continuavano a essere costrette a ricorrere a misure illegali e spesso rischiose. Il potente impatto di queste immagini ha contribuito a smuovere l’opinione pubblica in tempo per il referendum del 2007». Appaiono evidenti nell’opera dell’artista anche le suggestioni sinistre e onirico-grottesche tratte dalle fiabe popolari e soprattutto dal mondo Disney, di cui diceva: «Adoro Disney, sono una sua grande fan. Non è vero cha ha edulcorato la realtà, il suo lavoro è grottesco. Basti pensare a Biancaneve quando viene trattenuta dai rami degli alberi mentre scappa, o a Pinocchio quando si trasforma in asino». La mostra è sostenuta dalla Victoria Miro Gallery e dal figlio dell’artista, Nick Willing, dalla cui collezione provengono alcune opere chiave. Tra gli altri prestatori compaiono collezionisti privati e musei internazionali come la Tate di Londra, la Fondazione Calouste Gulbenkian di Lisbona e il Museo Serralve di Porto.

«Angel» (1998) di Paula Rego, Cam-Centro de Arte Moderna Gulbenkian, Lisbona. Foto © Paula Rego. All rights reserved 2024 / Bridgeman Images

Elena Franzoia, 26 settembre 2024 | © Riproduzione riservata

Paula Rego ha sempre sostenuto le donne | Elena Franzoia

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