Saggia e paziente, sfidante e astuta, determinata e resiliente sono i diversi volti di una delle protagoniste dell’epopea omerica: Penelope. Al suo personaggio, per la prima volta, è stata dedicata una grande mostra promossa dal Parco Archeologico del Colosseo, a cura di Alessandra Sarchi e Claudio Franzoni (19 settembre 2024-15 gennaio 2025), da oggi 8 marzo fino al 6 luglio al Museo Archeologico Nazionale di Taranto (MArTA).
Ed è proprio nella Giornata internazionale della donna che il museo tarantino decide di celebrare il multiforme universo femminile attraverso un mito antico, eppure ancora molto attuale nella complessità del mondo emotivo e concreto della regina di Itaca. Da questo pomeriggio a Taranto sono esposte 50 opere provenienti da musei e fondazioni pubbliche e private, italiane ed estere, in dialogo con oltre 40 reperti archeologici del MArTA, di cui alcuni provenienti dai depositi ed esposti per la prima volta in questa occasione.
La mostra, primo atto di una trilogia dedicata a tre figure femminili iconiche dell’antichità, Penelope, Antigone e Saffo, attraverso un moderno e stimolante dialogo tra pittura, archeologia, cinema e incisioni renderà noti i diversi aspetti della figura di Penelope e, passando dalla sua fortuna letteraria e artistica antica e moderna, cercherà di rispondere alle domande che ancora oggi il suo esempio ci offre sul ruolo e sulla condizione sociale delle donne. «La data dell’8 marzo non è casuale. Il MArTA vuole incarnare l’impegno del mondo della cultura nelle sfide del contemporaneo e andare oltre l’innegabile rilevanza scientifica delle opere esposte, affermando una lettura di genere valida anche nel presente, dichiara Stella Falzone, direttrice del MArTA.
Le quattro sezioni in cui si articola la mostra, il telaio e la tela, il gesto e la postura, il mondo del sogno, il velo e il pudore, si ispirano alle vicende narrate nei testi omerici e nelle successive tradizioni letterarie, contribuendo a caratterizzare la figura e la fortuna della regina greca che alterna la saggezza all’astuzia, fino alla sfida che attua, pur restando ferma nella sua reggia, per frenare le ambizioni di un numero inverosimile di uomini desiderosi di avere lei e insieme a lei, naturalmente, il suo trono. «Il MArTA celebra con Penelope le donne che si ribellano agli stereotipi, ai pregiudizi, ai luoghi comuni, incalza la direttrice Stella Falzone, e lo fanno con le armi e gli strumenti di cui dispongono, talvolta anche solo negli spazi domestici, con sapienza, pazienza, determinazione e passione». All’interno del percorso espositivo, come nel format romano, un omaggio all’artista sarda Maria Lai con le opere ispirate ai lavori tessili, tra cui il «Telaio» e alcuni dei suoi noti libri di stoffa. Tessitura e scrittura, due elementi diversamente attribuiti nel tempo alla mitica moglie di Ulisse, che fanno di Maria Lai una Penelope contemporanea (nella giornata dell’8 marzo, ingresso gratuito al museo e alla mostra per tutte le donne, con un’apertura straordinaria fino alle 23.30).

Antoine Bourdelle, «Penelope» 1909, Parigi, Musée Bourdelle