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Rosalba Cignetti
Leggi i suoi articoliCon una collezione di oltre 60.000 opere e programmi curatoriali in tutto il mondo, la banca trasforma il mecenatismo in un’infrastruttura culturale stabile e relazionale. Da più di quarant’anni Deutsche Bank investe in arte contemporanea, ma nel 2025 il suo impegno appare più integrato e strategico che mai. Oltre a sostenere le grandi fiere internazionali – da Frieze London e Frieze Masters (15-19 ottobre 2025) a Paris+ par Art Basel e Art Basel Hong Kong – la banca ha sviluppato un sistema culturale che unisce collezione aziendale, mostre itineranti e piattaforme digitali.
Durante la settimana di Frieze, la Deutsche Bank Wealth Management Lounge, allestita presso The Regent’s Park, ha presentato una selezione di opere di Noémie Goudal e di artisti sostenuti dai programmi curatoriali interni della banca. L’ambiente, concepito più come spazio di dialogo che di rappresentanza, ha accolto incontri tra curatori, collezionisti e clienti, trasformando la tradizionale area hospitality in un vero e proprio luogo di mediazione culturale.
L’approccio è chiaro: considerare la cultura un investimento reputazionale e relazionale a lungo termine. A differenza delle sponsorizzazioni spot, l’impegno di Deutsche Bank si struttura su cicli pluriennali e su una visione coerente di responsabilità culturale diffusa
La collezione aziendale – oltre 60.000 opere di artisti contemporanei da tutto il mondo – non è relegata agli uffici direzionali, ma circola in prestito presso musei, fondazioni e istituzioni pubbliche, alimentando un dialogo costante tra impresa e società civile.
In un panorama in cui i confini tra cultura e finanza si fanno sempre più porosi, Deutsche Bank dimostra che la legittimazione culturale non nasce dal gesto singolo, ma dalla continuità e dalla coerenza. L’arte diventa così un’infrastruttura relazionale: un capitale simbolico e condiviso, capace di connettere economia, conoscenza e comunità creativa.
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