«Elton John: Egg On His Face, New York» (1999) di David LaChapelle (particolare)

© David LaChapelle

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«Elton John: Egg On His Face, New York» (1999) di David LaChapelle (particolare)

© David LaChapelle

Per Elton John la fotografia è un vizio più sano dell’alcol

Con oltre 7mila scatti, la collezione del cantante britannico e di suo marito David Furnish è una della più vaste in mani private, iniziata quando le quotazioni erano ancora basse: esposti 300 pezzi di più di 140 fotografi 

Il 18 maggio si apre al Victoria and Albert Museum la grande mostra «Fragile Beauty: Photographs from the Sir Elton John and David Furnish Collection»: oltre 300 stampe eseguite da più di 140 fotografi, in quella che è la più grande esposizione di fotografia mai organizzata dal museo londinese. 

Fino al 5 gennaio 2025 è quindi possibile esplorare parte di quella che è considerata una delle più vaste collezioni private di fotografia al mondo, iniziata da Elton John in un momento fondamentale della sua vita, il 1990, quando uscì dal tunnel dell’alcool. Lui stesso disse «comprare fotografie è un vizio molto più sano», e in questo non ha mai scherzato, visto che ora la collezione conta più di 7mila pezzi. Curata da Duncan Forbes, direttore del Dipartimento di Fotografia del V&A, da Newell Harbin, direttore della Sir Elton John Photography Collection, e da Lydia Caston, con il sostegno di Gucci, la mostra è la continuazione di «The Radical Eye. Modernist Photography from the Sir Elton John Collection», rassegna organizzata alla Tate Modern di Londra a cavallo tra il 2016 e il 2017, incentrata sulle avanguardie della prima metà del secolo scorso. 

Con generosità ed entusiasmo Elton John e il suo coniuge David Furnish prestano al V&A opere dal 1950 ai giorni nostri, capolavori di Robert Mapplethorpe e Cindy Sherman, di Ai Weiwei, Nan Goldin e Diane Arbus. Questa splendida maratona di scatti moderni e contemporanei è organizzata in otto sezioni tematiche che vanno dalla fotografia di moda a quella sociale, dalla sensualità alla celebrità. La qualità è altissima: il musicista britannico ha infatti iniziato a collezionare in un momento storico in cui le valutazioni erano ancora basse, e si potevano più frequentemente trovare esemplari notevoli. È possibile che la sua stessa voracità e competenza negli acquisti abbia stimolato il mercato a divenire quello che è oggi. Sono inclusi i suoi primi acquisti: opere di Herb Ritts, Horst P. Horst e Irving Penn

La mostra è forse anche il simbolo della nuova vita di Elton John: finiti i grandi concerti in tutto il mondo, chiusa la sua grande casa di Atlanta, venduto il contenuto lo scorso febbraio in 8 aste da Christie’s New York, dal titolo malinconico «The Collection of Sir Elton John: Goodbye Peachstreet Road». Nella vendita inaugurale vi erano anche stampe di Avedon, Newton e Gursky, accanto ad abiti iconici e a un suo pianoforte. 

Elton John e David Furnish sostengono con vigore il Photography Centre del museo, di recentissima fondazione dopo il trasferimento controverso da Bradford a Londra della collezione della Royal Photographic Society (Rps). 

«Self Portrait» (1985) di Robert Mapplethorpe. © Robert Mapplethorpe Foundation

Sandra Romito, 16 maggio 2024 | © Riproduzione riservata

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