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«Escursionisti di pietra nel bosco di platani–“Here Today, Gone Tomorrow”» (2002), di Tony Cragg. Foto tratta da Wikimedia

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«Escursionisti di pietra nel bosco di platani–“Here Today, Gone Tomorrow”» (2002), di Tony Cragg. Foto tratta da Wikimedia

Per favore, toccateci!

Nel Kunstpalast di Düsseldorf le sculture di Tony Cragg

Francesca Petretto

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«Tony Cragg: per favore toccateci!» è titolo della mostra che dal 22 febbraio al 26 maggio il Kunstpalast dedica a un genere «proibito» nella prassi museale internazionale, quello delle sculture tattili, gioia del quinto senso anziché esclusivo arbitrio del primo, e a un suo indiscusso maestro: Sir Anthony Douglas Cragg. Meglio noto col nome di Tony, lo scultore britannico (Liverpool, 1949) dal 1977 residente e lavorativamente attivo a Wuppertal, la storica San Francisco dei tedeschi, e con un passato da biomedico, è stato a lungo rettore della prestigiosa Accademia di Belle Arti di Düsseldorf (fino al 2013).

Ha fatto della pratica delle sculture destinate a essere percepite col più grande organo del corpo umano, la pelle, e dunque degli stimoli tattili che devono suscitare nel pubblico-non-(più)-solo osservatore, la sua disciplina prediletta, già apprezzata da tempo in ambito internazionale ma poco nota nella sua patria adottiva, orgogliosamente scelta, come ha dichiarato, «dove ha trovato sé stesso e la sua vita» e dalla quale (dopo il disastro della Brexit), non ha più intenzione di tornare indietro non volendo «sperimentare alcuno svantaggio in futuro».

La mostra di Düsseldorf, curata dal direttore generale del Kunstpalast Felix Krämer, è un’assoluta prima del genere in un museo tedesco ma i suoi lavori open air sono molto noti in Germania, dalla sua Wuppertal a Berlino passando per Amburgo ma anche da molte altre città europee. È dunque piuttosto insolito vedere le sue opere raccolte dentro le quattro mura di un museo: quale migliore occasione per conoscerlo e toccarle letteralmente con mano? Per chi non ha potuto visitare il suo spettacolare Parco delle Sculture Waldfrieden nei dintorni della città renana di cui, lasciando la cattedra all’Università delle Arti di Berlino (UdK) e trasferendosi all’Accademia di Düsseldorf, ha fatto la sua dimora, è un’opportunità imperdibile.

I visitatori possono, come nella lettura di un documento in braille, accarezzare le sculture con le mani, sentirne i contorni e apprezzarne le superfici. Esplorare il valore della materia e scoprirne le possibilità è forse il tema centrale della poetica di Tony Cragg. Il suo interesse è rivolto alla combinazione di materiale e significato. La mostra del Kunstpalast offre anche la possibilità di guardare oltre le spalle dello scultore: il pubblico ha l’opportunità di sperimentare il suo processo artistico e di comprenderne il lavoro con tutti i sensi.
 

«Migrant 01», di Tony Cragg. Foto © di Charles Duprat. Cortesia del Kunstpalast Düsseldorf e dell’artista

Francesca Petretto, 20 febbraio 2024 | © Riproduzione riservata

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