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Per i tappeti Vok 1,4 milioni

Luca Emilio Brancati

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Sala affollata e buon umore hanno fatto da cornice alla seconda tornata della vendita della collezione dell’architetto Ignazio Vok da Rippon Boswell a Wiesbaden lo scorso 12 marzo, segno dell’interesse verso questa importante collezione di tessiture piatte e, non di meno, di un discreto ottimismo del mercato.

Dopo la dispersione di 86 lotti l’11 aprile 2015, una nuova selezione di 88 pezzi è passata sotto il martello di Detlef Maltzahn che ha venduto il 92% dei lotti totalizzando circa 1,39 milioni di euro diritti compresi. Merito di un buon catalogo, di stime adeguate alla situazione corrente e di qualche potenziale affare che ha stimolato i rilanci. Positivi i ricami Suzani (ben 24 i pezzi in catalogo), ma in generale significativi risultati sono arrivati da tutte le provenienze e tipologie.

Top lot della giornata il suzani uzbeko a grande medaglione datato all’inizio del XIX secolo che, da una stima di 40-45mila euro, ne ha spuntati 76mila diritti compresi; un gradino sotto il raro Suzani del XVIII secolo a grande medaglione (ex collezione Herrmann) che da una stima di 48-54 è salito fino a 72mila.

A 48mila euro, contro stime di 40-45 mila, è invece andato un equilibrato Suzani Shakhrisyabz del tipo «4+1» datato 1800 ca.
Inconsueto (forse unico) l’abito femminile con ricami suzani, verosimilmente realizzato per una donna europea, venduto a offerta per corrispondenza a 3.800 euro (stima 2.800-3.300), e raro (sebbene non molto attraente) il Suzani Shakhrisyabz ricamato con fili di metallo dorato andato in sala a un collezionista statunitense a 34mila (stime 30-50mila).

Molto bene ha fatto la shadda caucasica (una sorta di separé da appendere nella tenda degli sposi con ricamate carovane di cavalieri e dromedari da soma) che, da una stima di 20-25mila euro, ne ha spuntati 40mila; ma bene sono andati anche i molti kilim dell’area persiana tra cui il Senneh ex Jacoby a 40mila euro (stime 24-28mila) e i vari esemplari del Fars tra cui l’affascinante Qashqai (o Lori) rosso e bianco di inizio ’900 che dai 2.800 euro di partenza ne ha spuntati 21.500 (stima 3,5-4,5).

Non ancora come meriterebbero, ma in buona ripresa, i kilim anatolici: un affare l’acquisto a 31.600 euro (stime 30-35mila) dell’eccezionale e noto esemplare Mut-Ermenek con le fasce a motivo «elibelinde» e, similmente, un colpaccio a 33mila (stime di 20-24mila) l’acquisto del rarissimo Konya a fondo rosso con bordo bianco, uno dei preferiti da Vok stesso (1800 ca), la cui decorazione ne ipotizza un uso cultuale.

Luca Emilio Brancati, 02 aprile 2016 | © Riproduzione riservata

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