Dal 4 dicembre all’8 febbraio 2025 la Galleria Anna Marra, nel cuore del Ghetto di Roma, presenta l’ultima fase produttiva di Perino & Vele, concepita all’insegna del simbolo. Con il titolo «Our myths», il duo artistico campano ha infatti dato vita a una serie di raffigurazioni recanti quel potenziale immaginifico che le culture arcaiche ascrivevano al mito. Solo che sono miti della società di massa, miti del nostro tempo. Anche per questo il titolo è inglese: è la lingua-mito di oggi, per chi voglia apparire aggiornato, e per chi lo è veramente.
Ricoperti dalla quadrettatura ad effetto trapunta, cifra stilistica dei due artisti di Rotondi (Avellino), entrano in scena Maradona, Totò, l’orsacchiotto Teddy, un grande pollice teso nella grafica del «like», una Fiat 500, una sagoma geografica dell’Italia rovesciata. Il tutto rigorosamente in cartapesta, come da tradizione trentennale di Emiliano Perino e Luca Vele, che, nel ’94, ventenni, costituirono un sodalizio ferreo, di grande successo nazionale e internazionale.
Oggetti e atteggiamenti della società contemporanea sono stati da loro fissati, sovente in chiave ironica, nel materiale povero della cartapesta, frutto di macerazione di carta da giornale, e sua modellazione in qualcosa d’altro. Un modo per conferire nuova vita a un materiale di scarto, destinato alla distruzione, perché uscito dal ciclo produttivo di produzione-consumo. È il rimosso della nostra società, il rifiuto, che rinasce dalle sue ceneri, per immettersi in un ciclo d’ordine superiore, quello dell’arte. È stato Picasso il primo ad adottare, nei papier collé del 1912-13, fogli di giornale come materia d’arte, quando il consumismo era agli albori. Oggi, per Perino & Vele è un modo per dar corpo a una lettura del mondo e dei suoi miti. Maradona, per i campani, lo è. Un mito è fuori dal tempo, e, per molti, «El pibe de oro», a Napoli e a Rotondi, è stato «mandato da dio». Anche Totò incarna l’anima di un popolo e di un modo di concepire la vita. Schiavi di «like» lo siamo un po’ tutti. Con l’orsacchiotto ci hanno giocato e dormito in molti. La Fiat 500, acquistata dai nonni di chi oggi possiede un Suv, restituisce una specifica atmosfera sociale dei tempi che furono. Perino & Vele la adottarono già come simbolo del Bel Paese che accede al boom economico, nell’installazione realizzata nel 2001 per la stazione Salvator Rosa della Metropolitana di Napoli. Sono passati 23 anni, e la Fiat 500 da simbolo di un’epoca, è assurta definitivamente a mito. La penisola rovesciata è un omaggio a Luciano Fabro, condotto con lo sguardo disincantato proprio del duo artistico, e plasmando cartapesta, come artigiani d’altri tempi. «Maciniamo informazione per realizzare la nostra informazione», dichiarano Perino & Vele, asserendo così il principio base per un mondo di cartapesta in cui dare casa ai miti.