Stefano Luppi, Veronica Rodenigo
Leggi i suoi articoliRoma. Il Mibact dà vita a un piano di sicurezza «monstre», del valore di 300 milioni di euro, con il fine di rafforzare la vigilanza sui siti di maggior visibilità a Roma, Venezia, Napoli, Firenze, Pompei e altre città e luoghi molto visitati.
«Il Giornale dell’Arte» di aprile (cfr. n. 363, p. 8), per l’occasione, si occupa inoltre delle difficoltà di conciliare, nei musei al tempo del terrorismo e dell’allarme furti, le necessarie esigenze di sicurezza di persone e patrimonio con quelle normali di accessibilità di luoghi molto visitati da nord a sud della penisola. Segno, dunque, che l’argomento è particolarmente sensibile anche nell’ambito dei beni culturali. Il nuovo piano sicurezza Mibact è denominato «Progetto speciale di sicurezza nazionale» ed è strutturato su due livelli. Una prima fase, prevista in caso di attacco terroristico, prevede l’immediata istituzione di una task force coordinata dalla Prefettura alla quale partecipano anche il soprintendente e il direttore del museo in questione.
E poi c’è un secondo livello, finanziato appunto con 300 milioni dei quali 50 già spesi, che ha visto la scelta di venti luoghi considerati particolarmente a rischio, nei quali sono raddoppiate vigilanza umana, telecamere e metaldetector. Si tratta dei luoghi maggiormente visitati d’Italia, tra cui Colosseo, Palazzo di Brera a Milano, Gallerie dell’Accademia a Venezia, Uffizi, sito di Pompei, Reggia di Capodimonte, Reggia di Caserta. Si parte con venti luoghi, ma il Mibact avrebbe pronta una lista di 150 siti a rischio.

Il Museo di Castelvecchio aVerona con i «buchi» lasciati dal recente furto. © Marco Totè Alessandra
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